-padre 30 anni
-madre 28 anni (sposati da 12 anni)
- nonno, forse : 50 anni
- 7 figli a scalare, uno ogni 1,5 anni, di cui il più grande ha 11 anni e il più piccolo uno.
Tutti in perfetta salute. Quattro femmine e tre maschi.
Quindi, mediamente, una famiglia è composta da 10 persone, cinque uomini e cinque donne, e soltanto uno o due uomini adulti. E qualche volta neanche loro, se per malattia o incidente, il capo-famiglia o un figlio adulto muore.
Qualche volta il destino è benevolo e allora la famiglia è più numerosa, più forte e più ricca.
Spesso non era così, perché erano tempi duri!
La mortalità infantile era alta : forse, ma è una stima ottimistica, si salvava un figlio su due.
Spesso, la madre moriva di parto. E i figli venivano allevati da una zia che non si era sposata.
Sicuramente era una famiglia allargata, dove vivevano anche i parenti più stretti : un fratello della madre (lo zio dei bambini) ; a volte una figlia (o un figlio) che si sposava portava il coniuge a vivere con tutta la famiglia dei genitori : non era facile trovare un Nuraghe in affitto !...
Il numero stimato.
Il Nuraghe è al centro di un territorio di un centinaio di ettari (a volte anche molto di più), tutto appartenente alla famiglia. Il terreno è usato prevalentemente per il pascolo, ma anche per qualche coltivazione (poche, vista la natura dei terreni collinari) . Si fa, prevalentemente, la raccolta di frutti spontanei e c’è la legna sufficiente per il fuoco.
In tutte le epoche i villaggi, i paesi, le città, sono sorti lungo le vie di comunicazione, non arroccati e isolati. Quindi i Nuraghi non sono sorti a difesa di un territorio.
Un territorio sassoso, non coltivabile, senza risorse e senza ricchezze, non avrebbe attirato un nemico neanche a pagarlo.
I Nuraghi dovevano quindi servire ad altro ; a difendere sì gli abitanti, ma da un "nemico" che non mirava a beni materiali, ma era carico di forza distruttiva e assassina : IL FUOCO.
Nuraghe come difesa dal fuoco.
A me piace pensare che i Nuragici fossero liberi e vivessero in pace ; in una zona circoscritta, dove erano, per di più, tutti parenti.
Non c’erano nemici. La Sardegna è un’isola e le popolazioni, allora, si spostavano a piedi.
Non esistevano flotte nel Mediterraneo occidentale. La costruzione di navi presuppone un’organizzazione di tipo cittadino, con città fiorenti e popolose. Che non esistevano , allora.
Il commercio sistematico cominciò al tempo dei Fenici : prima era sporadico, quasi casuale. Se arrivava qualche barca, non era una minaccia !
La Sardegna è vissuta in pace e libera per tutta la Preistoria, fino all’arrivo dei Cartaginesi.
Non c’erano nemici interni, perché non c’erano ricchezze da predare. E ognuno era troppo impegnato nei lavori quotidiani per pensare ad altro.
E poi, in una società agricola e pastorale, dove la gente abitava il territorio, ci si conosceva tutti, si sapeva tutto di tutti. E ci si aiutava, in caso di bisogno : le porte dei Nuraghi erano sempre aperte.
Non si può scambiare qualche lite tra vicini, con una guerra permanente!
E non c’erano re pastori, re di se stessi ("Su la moglie ciascun regna, e su i figli"...). Anche nei villaggi più grandi (con dieci famiglie !) non c’era il “capo”. C’era il più forte, c’era il più saggio, c’era quello più rispettato e più ascoltato, ma non c’era un RE ! Non aveva senso. E lo provano anche gli scavi e le ricerche archeologiche.
C'erano, invece, leggi non scritte che tutti rispettavano.
Continua ...
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