domenica 29 aprile 2007

Costruttori di ...Torri.

Sui pali eolici, che per alcuni sono antiestetici, vorrei invitare tutti a riflettere.
Sono forse, più belle le cave che spianano le nostre colline, o il mare di tralicci dell’alta tensione, oppure le antenne per la TV o per i telefonini ?
Sono visibili da tutte le parti, ogni collina è sormontata dal suo traliccio, ma nessuno ha mai protestato.

In città, ogni cento metri c’è un palazzo (il più alto), sormontato da una selva di antenne per i telefonini, forse anche cancerogene : sono brutte, ma nessuno si lamenta ; sono dannose, ma restano lì.
Come si fa a non pensare che la protesta, in questo caso, non sia pilotata ?
Diciamo chiaramente, e con solide motivazioni, quali zone della Regione sono da preservare integralmente. Nel resto del territorio ognuno deve essere libero, nel rispetto delle normative !

Una torre eolica, soltanto, a due chilometri dal paese, dove già ci sono le strade (quindi senza scavi sulle pendici collinari), non solo non sarebbe di disturbo al paesaggio, ma diventerebbe un suo elemento caratterizzante.

Torniamo ad essere un popolo costruttore di … Torri !


Provate a chiedere alla gente, qualche volta , che cosa ne pensa ! Invece di decidere sempre per noi, come fossimo deficienti. Anche su ciò che è bello ( ma la bellezza non è soggettiva ? ), e su ciò che è brutto.

Penso che la gente preferisca un palo eolico, ogni tanto, piuttosto che morire di cancro !
Perché questa è l’alternativa ultima : il fumo nero delle centrali termoelettriche, quale che sia il combustibile, si deposita al suolo con il suo carico di morte, anche sopra l’insalata.
L’inquinamento viene assorbito dalle radici delle piante che mangiamo : la catena alimentare arriva sempre all’uomo.

Sul palo eolico, invece, si può discutere : ma solo se farlo verde, azzurro, o naif ; se grigio-verde o mimetico. Tutto il resto sono chiacchiere vuote !

sabato 28 aprile 2007

Eolico brutto.





Il mare della Sardegna è uno dei più belli al mondo.
Un giorno passeggiavo a Capo Caccia, in assoluto il luogo più bello del Nord-Ovest dell’isola : il cielo, di un colore azzurro intenso, si specchiava nel mare smisuratamente blu.
Mentre ero incantato ad ammirare la purezza del paesaggio, una barca a vela attraversò, zigzagando, lo specchio immacolato dell’acqua : un' orribile macchia bianca, come un pugno in un occhio ! Per di più, con un albero di maestra altissimo, quasi un palo eolico.
Uno scandalo !
Bisognerebbe proibirle, le barche a vela ! Sono convinto che ci sarà una norma ad hoc, nel prossimo Piano Paesaggistico !
Inoltre bisognerebbe vietare anche l’arrivo dei turisti con la barca a vela. Anzi, l’arrivo di tutti i turisti !
E se qualcuno insiste nel venire lo stesso, lo mandiamo a visitare le miniere, così non deturpa il Paesaggio !

venerdì 27 aprile 2007

Strade ferrate sarde.

Le merci non viaggiano, né viaggeranno mai sui treni, almeno in Sardegna.
Se pensate che dalla fabbrica occorre caricare un camion, poi bisogna fare il trasbordo sul treno ; sono necessarie navi traghetto costruite appositamente, con i binari ; poi all’arrivo in stazione, bisogna trasbordare nuovamente sul camion, per la consegna …
Non conviene economicamente, senza parlare dei tempi, molto superiori.
Il camion, invece, parte carico dalla fabbrica e arriva a destinazione, dove scarica la merce, semplicemente.


Discorso simile per i passeggeri : pullman su misura, sulla nuova Carlo Felice, con l’aria condizionata e il cinema, in alternativa alle carrozze (si fa per dire) vecchie, scomode e lente.
Mantenere una strada ferrata, per poche decine di persone al giorno, quanto costa alla collettività ?

Anche qui, prima di buttare soldi, per farli arrugginire, bisogna calcolare il Costo Sociale. Compresi i milioni di euro necessari per la manutenzione e per la gestione di un’attività sempre passiva.
Ai sostenitori incalliti delle ferrovie in Sardegna dico : fate una società privata, con i vostri soldi, così anche i lauti guadagni saranno vostri !

Con i soldi pubblici risparmiati, si possono fare cose migliori .
E non ci sarà mai vero sviluppo in Sardegna finché continueremo a buttare i soldi inutilmente.

giovedì 26 aprile 2007

Internet gratis.

Abito in campagna e ho avuto l’ADSL solo da poco, ma ho scoperto tutte le immense potenzialità culturali della Rete.
Con Internet si può studiare, lavorare, comunicare, tutto in “tempo reale”.
Finalmente chiunque, ogni giorno, su qualsiasi argomento, può soddisfare la propria curiosità, approfondire la propria conoscenza.
Con Internet, mio figlio ha trovato lavoro.

Ho apprezzato moltissimo l’iniziativa regionale di “Sardegna Cultura”, (che spero, venga ampliata e arricchita) : questa dovrebbe essere la Strada da percorrere in Italia e nel Mondo. La Sardegna che indica al resto del mondo la via da seguire, verso la qualità della vita!

La banda larga in Italia è ancora poco diffusa, per molti motivi, tra cui, non ultimo il collegamento spesso ballerino della Rete e la mancanza della Rete stessa in moltissime zone del paese.
Vogliamo recuperare nei confronti degli altri Paesi europei ?

Un modo ci sarebbe : visto che il canone Telecom ha esaurito la sua funzione, ed è ormai, in via di estinzione, propongo l’ADSL flat gratis per tutti e compresa nel prezzo del Canone.

Una proposta, questa, che mi sentirei di fare al Presidente della Regione : un accordo con Telecom per la Sardegna in modo da essere i primi, in Italia.
Ci sarebbero tre grossi vantaggi :
1) uno sviluppo rapidissimo di Utenti in rete ( perché l’ADSL flat sarebbe gratis, con la normativa attuale ;
2) iniziative come Sardegna Cultura, o le Biblioteche in rete e tutta la Rete stessa, sarebbero finalmente accessibili anche a chi non può permettersi la spesa per l'ADSL ;
3) si salverebbe il Canone (a cui siamo “abituati”), che verrebbe , però, finalizzato integralmente per lo sviluppo e l’ammodernamento della Rete.

venerdì 20 aprile 2007

Il Costo sociale.

Nel costo di ogni attività umana andrebbero considerate tutte le conseguenze : bisogna calcolare il “Costo sociale” di un’attività, non solo il (poco lungimirante) risparmio immediato !
E’ necessario far pagare ai produttori di un bene, anche il costo dell’inquinamento prodotto, che ora ingiustamente viene scaricato sui cittadini.
Esempio : produrre energia elettrica bruciando carbone costa meno, dal punto di vista industriale.
Ma è vero, per la società ?
Si può rispondere soltanto se viene calcolato il Costo sociale.
Oltre al costo industriale, bisogna aggiungere l’inquinamento di tutti i tipi, l’effetto serra, le migliaia di casi di cancro e di asma, il costo delle cure mediche, ecc. In poche parole, se l’attività migliora o peggiora la qualità della vita. E calcolare tutto, in euro.

Solo così si può stabilire la convenienza, per la società, di una scelta o dell’altra.

mercoledì 18 aprile 2007

Il Nuraghe Arrubiu.

Nel nuraghe Arrubiu di Orroli, è stata rinvenuta una struttura tronco-conica, del diametro di 3÷4 metri, e “altezza residua” (forse era di più?) di 4,70 metri.
Gli archeologi hanno ipotizzato che fosse un “Silo per il grano” : ma nessuno ha saputo o voluto dirmi come sono arrivati a questa conclusione.

Sulla base di questa “ipotesi” ( certezza, secondo loro ! ), hanno calcolato in 150 quintali il grano che potesse essere conservato nel silo. Ulteriori calcoli li hanno portati a stimare la popolazione del villaggio nuragico in circa 70÷100 persone. Poiché i silos , pare fossero due, la popolazione poteva essere stimata in 140÷200 persone.

Soltanto che lì, in quel silo, il grano non possono avercelo messo ! Perché il muro del “Silos” sarebbe crollato non appena il livello del grano avesse raggiunto un metro e mezzo di altezza, cioè, appena un terzo dell’altezza totale.
Questo perché il muro era “a secco”, come tutte le costruzioni dell’epoca ( i Nuragici non conoscevano la malta ), e lo spessore era appena di 60 cm alla base e 50 cm in sommità. Un muro a secco di 50 cm di spessore, alto 4,70 metri, se non crolla mentre viene costruito, sta in piedi, vuoto, solo per miracolo ! Figuriamoci con il grano dentro !
Lo spessore del muro, troppo esiguo per quell’altezza, non sarebbe stato sufficiente per resistere alla spinta del grano contro le pareti del “silos”.
Quindi anche tutto il “castello” (in aria), fondato sulla quantità di grano ( 150 quintali) e sulla popolazione del sito, cadrebbe insieme al silo.
Almeno così come ipotizzano gli archeologi.


Invece le cose potrebbero essere un po’ diverse.
Gli antichi, fino ai Romani e oltre, raccoglievano il grano mietendo solo le spighe, senza la paglia. Le spighe stesse erano conservate così come raccolte : il grano veniva pulito quando serviva, prima di mangiarlo.
Allora le spighe, anche se pressate, potevano essere conservate nel silo, perché più leggere, e perché non davano origine alla spinta contro le pareti.
In questo modo, però, di grano ce ne stava a malapena un quarto !
Ne consegue che il calcolo della popolazione è da rifare !

sabato 14 aprile 2007

Sulla nostra pelle.

C’è una fascia gialla e nera che parte dal camino della centrale a carbone di Fiumesanto, e finisce a Ittiri, a sinistra ; qualche volta oltre Castelsardo, a destra . Spinta dal maestrale, invece, arriva in massima parte a Sassari.
C’era un Comitato contro il carbone, ma ora non c’è più, o tace, in attesa di tempi migliori.
E così aggiungeranno un’altra centrale a carbone, in attesa del metano. ( Un nuovo gruppo da 410 MW ).
Per costruirla ci vorranno due anni, almeno : sarà pronta nel 2009.
Ma se nel 2009 arriva il metano ( dicono), perché costruirla a carbone ?
Se la vita media di una centrale è di 25 anni, fino al 2035 spargerà polveri sottili
(anche la TBC si chiamava il mal …sottile ).

Il metano produce meno della metà di CO2 rispetto alle centrali a carbone più evolute, ma finché l’inquinamento non verrà conteggiato nel costo dell’energia prodotta, le multinazionali del petrolio continueranno a fare soldi a palate, e noi cittadini continueremo a pagare i danni.
Pensate che le penali per la CO2 prodotta in eccesso, sulla base del protocollo di Kyoto, le pagherà sempre lo Stato. Cioè : le imprese guadagnano con le centrali a carbone, Noi continueremo a pagare (con milioni di euro), i danni che loro procurano all’ambiente !
Chi inquina paga, continuerà ad essere “chi inquina si arricchisce”.

Questo è il vero motivo, che ostacola l’eolico e il solare :
sono le industrie produttrici di energia, che guadagnano a nostre spese.
Finché ci sarà licenza di inquinare GRATIS, le cose non cambieranno mai.

giovedì 12 aprile 2007

Eolico e occupazione in Sardegna.

Un posto di lavoro può costare mediamente 100.000 euro.
( A volte si può creare anche con meno ).

Con due pali eolici,
ogni Comune può creare 80 posti di lavoro all’anno. 8oo posti di lavoro in 10 anni !
In un comune di 2.000 abitanti non ci sono 800 persone che lavorano ( in Italia lavora una persona ogni tre abitanti ) !
Ma anche in un Comune medio÷grande ( 12.000 abitanti ), 800 posti di lavoro sono sufficienti a far sparire la disoccupazione, per sempre !

Attenzione però, a non creare “posti di stipendio”, ma posti di lavoro redditizi, che si sostengono con le proprie gambe.
Non bisogna più finanziare “progetti” che necessitano di continue spese pubbliche !
Non si devono più creare carrozzoni, dove gli impiegati sanno solo ritirare lo stipendio a fine mese, ma attività economicamente valide e produttrici di reddito.

martedì 10 aprile 2007

Blowing in the wind.

L’energia eolica la conoscono tutti : basta un palo, un’elica, una macchina che trasforma l’energia del vento in corrente elettrica.
E’ pulita, economica, rinnovabile, per sempre.
Insieme al solare, può attivare una crescita economica e occupazionale senza precedenti, oltre alla tutela dell’ambiente.
Un mulino a vento, in Olanda, è un’attrazione turistica : un palo eolico deve diventarlo in Sardegna !
La mia proposta è un palo per ogni Comune.

Il vento è di tutti, quello che soffia sull’Isola è nostro.
Il Maestrale appartiene alla Sardegna : è stato sempre un flagello, deve diventare la nostra ricchezza !

Non si deve permettere che ce lo rubino le multinazionali, pagandolo soltanto l’ uno per cento del suo valore !

Una società regionale per l’energia eolica, senza scopo di lucro, permetterebbe di avere un forte punto di riferimento per tutti i Comuni.
Una società con il compito di coordinare tutto : dalla scelta del sito, ai contratti con le aziende fornitrici, le banche, ecc.
Continua ….

lunedì 9 aprile 2007

Un palo per ogni Comune.

I comuni della Sardegna sono circa 350. Ogni comune dovrebbe avere il suo generatore eolico.

Energia prodotta direttamente dai Comuni : uno, due generatori da 5 MW.
Alle imprese si chiede solo la costruzione e la consegna, chiavi in mano. Il finanziamento, visto che il costo si ammortizza in due÷tre anni, viene fornito dalle banche (accordi regionali).
Tutto il guadagno,che sarebbe molto rilevante, investito per il benessere dei Cittadini di quel comune : strade pulite e ordinate ; verde pubblico ; scuole con tutti i servizi ; acquedotto ; nettezza urbana ; energia ; telecomunicazioni ( Internet gratis ) ; servizi ricreativi per giovani e adulti.
Avremo paesi dove sarà bello andare a vivere !

I soldi reinvestiti nel comune, darebbero lavoro alla gente del comune stesso.

sabato 7 aprile 2007

Vantaggi per la Sardegna.

Un generatore eolico o due per ciascun comune della Sardegna :
( due pali, per ogni comune, raddoppiano i vantaggi )

2 x ( 5 MW x 350 comuni ) = 3.500 MW di potenza istallata.

Il doppio della potenza massima richiesta nell’Isola.

Poiché il vento non c’è sempre, quando si produce in eccesso si vende energia all’Italia, quando non c’è vento si importa dal Continente.

Quella prodotta in ulteriore eccesso serve per produrre idrogeno dall’acqua.
Idrogeno per autoveicoli a inquinamento zero
( con tutti i vantaggi, economicamente quantificabili e rilevanti per l’economia sanitaria e il benessere dei cittadini sardi ).

Il vento diventerebbe il nostro petrolio !


Ciò porterebbe ad uno sviluppo di tecnologie esportabili e ad un aumento rilevante dell’occupazione e del reddito.
Il Presidente Regionale, che sa ragionare in termini economici (ma non solo !), viene invitato ad una profonda riflessione su questi parametri.

venerdì 6 aprile 2007

Economia dell'eolico.

Un generatore eolico, chiavi in mano, costa circa mille euro per kilowatt di potenza istallata. Per 5 MW costerebbe 5 milioni di euro.
Può sembrare tanto, ma vediamo quanto produce.

5 MW x 4000 ore = 20.000.000 kwh/all'anno (kilowattora)

Considerando un prezzo di vendita dell’energia, compresi i certificati verdi del protocollo di Kyoto, di 20 centesimi di euro al kwh, si ha :

20.000.000 x 0,20 = 4.000.000 di euro all’anno !

In poco più di un anno si ripaga. Poi produce un reddito di 4 milioni di euro ogni anno, per trent’anni !
La mia è una stima prudenziale, perché i generatori già in funzione, o in progetto, (nei siti più adatti), producono anche il doppio !

Pensate a un Comune di 2000÷5000 abitanti, che, con due pali soltanto,avrebbe un reddito annuo di 8.000.000 di euro, per sempre ! ( 16 miliardi di lire all'anno! ).

Quante cose si possono fare, per il Comune e per i Cittadini, con questi soldi ?

giovedì 5 aprile 2007

Energia in Sardegna.

Si costruirà il metanodotto Algeria-Sardegna-Italia.
Avremo il gas metano, forse nel 2009.
Finalmente anche la Sardegna si è dotata di un piano energetico efficace e concreto. Anche se con vent’anni di ritardo !
Questo per due motivi :
- Primo, perché il gas, pur essendo una fonte energetica relativamente poco inquinante, è destinato a finire presto, come il petrolio.
- Secondo, perché, se l’Endesa costruirà il Rigassificatore a Porto Torres, in cambio ha ottenuto il raddoppio della centrale a carbone di Fiumesanto.

Il metano ci farà risparmiare ( un po’ ); è più sicuro del GPL ; è meno inquinante del gasolio.

Ma non sarà il futuro.

Inoltre ci terremo la centrale a carbone (!) fino al 2035, almeno.

mercoledì 4 aprile 2007

Sicurezza energetica.

Il corpo umano è uno splendido sistema, dove la maggior parte degli organi essenziali è doppia : due occhi, due orecchie, due polmoni, due reni, ecc.
In questo modo, se uno si danneggia, c'è l'altro.
Ma il cuore è uno solo. Se si ferma, è la fine.

L’energia elettrica in Sardegna è il cuore dell’isola.
Per non essere a rischio, è necessaria una maggior sicurezza.
La Sardegna oggi, sta procedendo in questa direzione.

L’energia è vitale nella società moderna.

Pensate se manca la corrente elettrica per 48 ore : non se ne va solo la luce, se ne va anche l’acqua calda (magari mentre siamo insaponati sotto la doccia ). E poi anche l’acqua fredda, pompata elettricamente nei serbatoi. Se ne va il riscaldamento, si blocca l’ascensore, non si apre il cancello elettrico. Non funziona il frigo, né il congelatore ( nei negozi alimentari marcirebbe tutto !)
Non si può lavorare negli uffici, né nelle industrie.
Bastano 48 ore e il nostro mondo si ferma. E i danni sono incalcolabili.

Un sistema così importante ha bisogno di due, meglio tre, sistemi di sicurezza.

Il gasdotto Sardegna-Italia, dovrebbe poter funzionare in ambedue i sensi : se l’ Algeria chiude il rubinetto (come è successo tra la Russia e l’Europa ), il gas dovrebbe arrivare dall’Italia.
Come terza opzione c’è anche il Rigassificatore, alimentato dalle navi metaniere.
Anche i cavi sottomarini dell’elettrodotto dovrebbero avere sistemi di sicurezza anti black-out .

Il gas ci permetterà di avere energia fino al 2050 o più, anche se a prezzi crescenti.
Ma non è il futuro : è ancora il passato, e anche remoto.

Il futuro sono le energie rinnovabili.

martedì 3 aprile 2007

Il Prodotto Interno Lordo.

Il Prodotto Interno Lordo , è la somma di tutti i redditi lordi prodotti nell’anno.
Il PIL somma tutto, positivo o negativo che sia.
Entrano nel PIL anche i danni provocati dalla criminalità, dall’inquinamento, dalle catastrofi, dalle guerre.
Non fa distinzione tra il benessere (qualità della vita ) o il “malessere” (danni, malattie, ecc.)
Per esempio : se compri un’auto il PIL cresce,
se hai un incidente il PIL cresce, se vai all’ospedale il PIL cresce sempre !
E mi fermo qui….
E pensare che il PIL viene considerato la misura della ricchezza di un Paese !
L’Italia è al sesto posto, nel mondo.

lunedì 2 aprile 2007

Ciò che conta è il PIL.

Ogni tanto transennano una parte della città, o qualche via, per fare dei lavori. Il cittadino si chiede perché, dato che due anni prima hanno scavato nello stesso posto. E così, ancora, qualche anno addietro.
La risposta è nel PIL.
Ciò che conta è il PIL,ci raccontano.
Per cercare di capire meglio, il PIL è la somma del reddito prodotto dall’impresa che esegue i lavori, che so, del nuovo impianto di illuminazione, ma anche di quello dell’impresa che scava e che demolisce la strada, e di quella che ripristina l’asfalto.
Due anni dopo, per l’impianto idrico colabrodo, si riscava, si ridemolisce, si rifà l’asfalto. E così via : si demolisce e si ricostruisce per l’impianto elettrico, per quello telefonico, per l’impianto fognario, per il gas, ecc.
Ma non sarebbe meglio, si chiede il cittadino con molto buon senso, sfasciare la via una volta soltanto e mettere TUTTI gli impianti ?
Si eviterebbero ripetuti disagi e ingorghi di traffico,
ma soprattutto costerebbe 10 volte di meno.
Ma il PIL sarebbe basso, che figura ci farebbero i nostri governanti ?
Perché più si demolisce, più aumenta il PIL.
Sembra così che la nazione sia più ricca e prosperosa, invece è solo stupida.
E’ vero che il PIL è più elevato, ma noi non siamo più ricchi : perché metà e oltre del nostro reddito va a finanziare lavori inutili ( come le ripetute demolizioni di prima ).