giovedì 16 ottobre 2008

Incentivi per il fotovoltaico.

Sabato 4 ottobre, alle ore nove, è stato pubblicato dalla Regione Sardegna, il bando per la concessione di un contributo del 20% sul Costo di un impianto fotovoltaico.
Si poteva fare la domanda on-line, fino ad esaurimento.
Tante sono state le richieste, che già alle 11,00 i fondi erano esauriti. In due ore, chi ha potuto accedervi ?
Solo chi era stato pre-avvertito : forse, gli amici degli amici ?
Molti lo hanno saputo il lunedì successivo, tornando dal mare ....

L’accesso ai contributi non può e non deve essere una “lotteria” : se la Regione prevede un contributo del 20%, questo deve essere assegnato a tutti coloro che presentano un progetto che corrisponde ai requisiti richiesti.
Se non bastano i soldi, si devono stabilire delle priorità, oppure si devono inserire le richieste in graduatorie permanenti e quindi stanziare fondi ad esse proporzionali.
Il fotovoltaico merita un investimento maggiore, da parte di una Regione che dice di cercare lo sviluppo sostenibile.
Ambiente e occupazione, ringraziano.

venerdì 10 ottobre 2008

Asma nei bambini.

Uno studio recente su 200 mila bambini ( Dica33 – Lancet, settembre 2008 ), ha riscontrato che l’uso del paracetamolo nei primi anni di vita, pare aumenti di molto il rischio di ammalarsi di asma. Se il farmaco viene usato frequentemente, il rischio può anche triplicarsi. Cioè, se senza farmaco si ammalano di asma 4 bambini su 100, con il paracetamolo, preso più volte all’anno, si ammalano 12 bambini su 100 ( tre volte di più ).
Oggi, il Corriere della Sera, pubblica un sunto delle “Linee guida per curare l’influenza”, appena pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità, dove viene raccomandato l’uso del paracetamolo !!!
Ministro Brunetta, agli “assenti” con la testa, che cosa detrai ?

Una volta, per combattere l’influenza, si preferiva letto, latte e miele. Oggi si danno quasi sempre antibiotici e paracetamolo : così i nostri bambini si ammaleranno di asma e si potranno curare per tutta la vita.

Grazie, a chi veglia sulla nostra salute.

mercoledì 8 ottobre 2008

Senza quorum.

Anche il Referendum sul Piano Paesaggistico Regionale è finito nel nulla.
C’è chi ci ha visto la vittoria della Sinistra, chi una “sberla” a Berlusconi, impegnatosi in prima persona. Ognuno è libero di vederci ciò che più gli fa comodo, ma il vero significato è uno solo : gli elettori non sono andati a votare perché sapevano che era inutile.
Anche questa volta sono stati buttati oltre 9 milioni di euro.
Non mi stancherò mai di ripeterlo : così com’è, l’istituto del Referendum è morto e sepolto.
L’unico rimedio è l’abolizione del Quorum.

E’ dal 1995 che gli Italiani snobbano i referendum. Negli ultimi 13 anni, la percentuale dei votanti è andata diminuendo in modo pauroso.
Ma non bisogna premiare l’indifferenza o l’arroganza. Abolire il Quorum significa rafforzare la Democrazia e restituire il potere ai Cittadini. Ma i politici non lo faranno mai !
Se anche andassero a votare meno del 50% dei Cittadini, il Referendum avrebbe un valore democratico rilevante : pensate che negli USA , ancora con meno voti, eleggono il Presidente !

L’unico rimedio, quindi, è l’abolizione del Quorum.

Ma ciò non avverrà mai.
Perché senza Quorum saranno i Cittadini a decidere, con il loro voto, e soltanto loro.
Perciò il Potere si opporrà con tutte le sue forze. Perchè vorrebbe che la Democrazia resti così com’è ora : solo a parole.

domenica 5 ottobre 2008

Morire per un bullone.

Tre operai sono morti precipitando da una piattaforma, mentre lavoravano sospesi a un’altezza di oltre 40 metri, tenuti in vita da 2 ( due ) bulloni.
Purtroppo uno si è rotto e la piattaforma si è ribaltata facendoli precipitare nel vuoto.
“Forse non era stato avvitato bene .... Forse si è spezzato .... Forse era troppo corto ....”, dicono gli esperti.
No, non sono questi i motivi.
A forza di montare e smontare le piattaforme, con centinaia di cantieri, con migliaia di operai che lavorano sospesi nel vuoto, ci sarà sempre un bullone che si rompe.
Il problema si può risolvere soltanto mettendoci .... almeno un terzo bullone : se uno si rompe, ci sono gli altri due che tengono la piattaforma. E salvano tante vite umane.
Tre bulloni, invece di due.

sabato 4 ottobre 2008

Privatizzazioni "all'italiana".

A tal proposito, è emblematica la vicenda Alitalia.
Sono anni che la “compagnia di bandiera” è perennemente in passivo : sembra che invece del cherosene i motori dei suoi aerei brucino banconote !
Oltre 5 miliardi di euro, in dieci anni ! A spese dei contribuenti italiani.
Qualche mese fa, finalmente, eravamo riusciti ( quasi ) a liberarcene, vendendola ad Air France , ma tutto è stato bloccato, per motivi elettorali, o altro.
Ora si è risolto il problema “all’italiana”, come tutte le precedenti privatizzazioni.
Si divide la Compagnia in due : da una parte, quella buona e in attivo ; dall’altra le passività, i debiti, gli esuberi.
La prima viene “venduta” ai privati. La seconda ci resta sul groppone.
Rispetto alla vendita ad Air France, questa soluzione costa agli Italiani da 2,9 a 3,6 miliardi di euro, in più ( Fonte stima : La voce.info ).

Di chi è la responsabilità ?

In un altro Paese i responsabili si sarebbero dimessi : in Italia si vantano !
Si può fare una Class Action ?
La stessa cosa, per tutte le altre “liberalizzazioni”.

Abbiamo speso miliardi e miliardi per costruire le autostrade, ora i “privati” percepiscono i pedaggi.
Nel 1970 avevamo 6.000 km di autostrade, ed eravamo tra i primi in Europa. Oggi, abbiamo ancora 6.000 km di autostrade ( sempre le stesse, ma più vecchie ) e siamo gli ultimi.
Dove finiscono i soldi dei pedaggi ? Con quei soldi, lo Stato avrebbe potuto migliorare i tracciati o triplicarli. Avrebbe creato lavoro e sviluppo.
Invece, quei soldi prendono altre strade, spesso non italiane.


Abbiamo costruito gli acquedotti, con i soldi dei contribuenti, ora i privati ci fanno pagare l’acqua, come se fosse oro ! E così via, per le Ferrovie, per l’Energia, per le Telecomunicazioni, ecc.

Un buon Amministratore, invece, dovrebbe vendere ( e privatizzare ) tutte le attività in passivo. E tenersi le attività che rendono.
I nostri amministratori hanno sempre fatto il contrario.

venerdì 3 ottobre 2008

Crisi economica.

Non bisogna tutelare le banche, ma i Risparmiatori e i Cittadini, che sono le uniche vittime della crisi economica in atto nel Mondo.
E non bisogna “salvare le banche”, soprattutto, facendo sborsare miliardi allo Stato ( ai Cittadini ) perché sarebbe un’ingiustizia ancora più grande.
Infatti, così si farebbe pagare alla collettività ( tutta ) gli “errori” della speculazione internazionale, con la scusa del salvataggio dei depositi e degli investimenti dei Cittadini.
Invece, basterebbe cambiare le regole, tutelando pienamente gli Utenti che si rivolgono alle banche. Per esempio, facendo sì che le banche siano assicurate, non per un importo limitato ( come si fa oggi, per favorirle ), ma per la totalità dei soldi che i Cittadini affidano loro.
In ogni caso il rafforzamento delle Norme sulle garanzie e sul controllo dei rischi dovrebbe essere attuato in un quadro internazionale.

UBS, la maggiore banca svizzera ha, da mesi, cambiato strada ( e indicato la via a chi vuole capire ) : riduzione dell’ investment banking e ritorno a fare la banca tradizionale. Si prende atto che il modello creato da Wall Street si è rotto, e che per uscire dalla profonda crisi in atto non c’è altra strategia.
I risultati già si vedono.
E tutto ciò, senza interventi “salvifichi” dello Stato ( con i soldi dei Contribuenti !),
come si sta cercando di fare in USA ( e forse anche in Italia ).