giovedì 6 settembre 2012

Monte Baranta : Recinto-Torre.





Durante la mia ultima visita a  Monte Baranta, ho riflettuto a lungo sulla funzione del  Recinto-Torre.
Edificato con la stessa tecnica delle Muraglie megalitiche ( doppio paramento murario, di tre÷quattro metri di spessore, riempito di sassi alla rinfusa ), con ben due ingressi, che male si accordano con la  “funzione difensiva”,  è una specie di  “U”, che racchiude un’area protesa … sul vuoto dello strapiombo !
Il nome Baranta, infatti, potrebbe derivare da  Barranca, che significa  burrone, baratro, dirupo. Una parola, secondo alcuni,  di origine prelatina, oltre che spagnola.
     Mi sono chiesto quale funzione potesse avere questo  “balcone” proteso sul vuoto.  Qualcuno dice (anche) che poteva servire ai  vecchi per  “saltare”  a miglior vita ….
Infatti è pericoloso, per il rischio di precipitare.
                                     
     E se, invece, fosse stato chiuso, come un ovale ?

D’altronde sono passati  4.500 anni, e l’erosione continua ( gutta cavat lapidem …) potrebbe aver determinato il crollo della parte terminale, sullo strapiombo.
     Alcune foto aeree, riportate sui libri che descrivono il Sito, mostrano alla base della ripida scarpata, alcuni accumuli di detriti recenti ( provocati dalla pioggia, dal vento, dalle radici delle piante, dal passaggio degli animali ).
Sono recenti, perché non colonizzati dalla vegetazione, e sono il segno evidente dell’erosione ancora in atto.
Osservando bene la scarpata, inoltre, si può notare come essa sia costituita da massi isolati tra il terriccio, e da rocce assai frantumate e, quindi, facilmente franabili.
Perciò l’ipotesi da me fatta, può essere più che plausibile.
Un sovralluogo, con un esperto di erosione dei suoli, potrà servire  per una più sicura conferma.
E poi,  4.500 anni sono proprio tanti.
 
      Il  Recinto-Torre presenta, inoltre, una risega  nella parte interna della muratura : questa potrebbe indicare ( come in molti  Nuraghi delle epoche successive ) la possibilità di un soppalco e di una superiore copertura lignea.  Anche le scale, trovate sia a  M. Baranta  che a  Sa Fraigata - Bortigiadas (dove esiste un Recinto-Torre molto simile), possono essere l’ indizio di un piano sopra-elevato.

La funzione del  Recinto-Torre avrebbe, quindi, potuto essere abitativa.
Magari, visti i due ingressi e le dimensioni, per due o più gruppi familiari, che vi si rifugiavano per la notte ( come nei  Nuraghi ).

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mercoledì 5 settembre 2012

Tettoie a Monte Baranta.




     Abito in campagna, sulla sommità di una collina, alla maniera nuragica.
La casa, in tipico stile sardo-antico, è orientata con l’asse maggiore in direzione  Nord-Sud.   L’ingresso si apre verso  Est, sotto una lunga e ampia veranda, che accompagna tutto il lato più lungo della casa : tutta la veranda, quindi, risulta esposta a  Est.
     Sono oltre trent’anni che ci abito, e vi assicuro che, nelle mattinate invernali ( da novembre ad aprile ),  quando il Sole sorge basso sull’orizzonte, e illumina e riscalda la zona sotto la veranda-tettoia, dall’alba fino a quasi mezzogiorno,  continuo  a meravigliarmi, ogni volta.
     Lavorare illuminati dal sole, riparati dal Maestrale o dal Ponente ( sempre piuttosto freddi, d’inverno ), con il cinguettìo festoso degli uccelli e con una lunga e profumata siepe di rosmarino azzurro di fronte (fiorito da settembre a maggio ), ancora mi commuove.
     Mi sembra di esserci, quattromila anni fa, sulla collina di  Monte Baranta,  con la possente  Muraglia nella medesima posizione, quando tutti gli abitanti del villaggio erano all’opera, al tepore del sole e al riparo dal freddo .....
     Una lunga e luminosa tettoia, addossata alla Muraglia, avrebbe permesso di vivere e lavorare, al riparo,  anche nelle giornate piovose e fredde.  Erano sufficienti pochi pali e una copertura di legno.
      Sotto la  “veranda”  le greggi potevano trovare riparo notturno ; potevano trovar posto le attrezzature, la legna asciutta  per il fuoco e in genere tutto quanto necessario per la vita e il lavoro.
     Si poteva accendere il fuoco e mangiare, ci potevano giocare i bambini.
Ci si riuniva dopo il lavoro, e si progettavano le attività future.
     La tettoia e la Muraglia  erano al centro della vita,  in quella  Comunità.

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domenica 2 settembre 2012

Monte Baranta : restauro.


Sono tornato, da poco, a visitare la Muraglia megalitica  di Monte Baranta.
C’era ancora il cartello dei “Lavori di consolidamento e messa in sicurezza” (della Muraglia), ma i lavori sembravano terminati da un pezzo.
Quattro anni fa ero andato, per la prima volta, a visitare il Sito : c’erano i “lavori in corso” sulla Muraglia, perché avevo visto impalcature e lavori di parziale “ricostruzione”.
Non mi sembrarono, all’epoca, eseguiti in maniera consona :
a) La muratura, da poligonale (e molto bella) era diventata “stile libero” : cioè, per usare un linguaggio più comprensibile, le pietre che, nella muratura originaria erano disposte come nella foto 1,

 nella recente ricostruzione erano state disposte a formare corsi murari assai disordinati. 

b) La muratura era stata ripristinata mettendo gli enormi lastroni “di coltello”, ma senza sufficiente scarpa (pendenza verso l’interno) e appena appoggiati sul riempimento. Quindi, in equilibrio molto instabile.

Segnalai perfino questi dubbi, paventando la scarsa stabilità del muro e prospettando i difetti riscontrati, secondo la mia opinione.
Ma non c’è stato riscontro, neppure nei fatti.
Oggi, la Muraglia, appena restaurata e consolidata (!), è nuovamente crollata, in parte. Come è franata, in due parti, anche quella restaurata qualche anno prima. 

A dimostrazione che la muratura “a sacco” è instabile.
Inoltre, la muratura che era poligonale e molto bella in origine, è diventata quasi isodoma in alcune parti.

A che serve spendere centinaia di migliaia di euro, per niente ?
Nessuno è responsabile ?
Giacobbe Manca, nella rivista Sardegna Antica (n. 37), parla di “Scempio a Monte Baranta”.

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