sabato 31 marzo 2007

Strade larghe.

Le strade larghe permettono una guida tranquilla e rilassata, senza intralcio per gli altri. Inoltre sono, in assoluto, il fattore più importante per la sicurezza della circolazione.
Le corsie di marcia devono essere larghe, nel rispetto delle Norme di sicurezza ; la presenza di una banchina adeguata ( lo spazio sulla destra di chi guida ), permette all’automobilista di viaggiare rasentando la linea bianca di destra, lasciando ampio spazio per il sorpasso, che può essere effettuato con la massima sicurezza.
Invece la banchina stretta, o peggio la sua assenza, costringe l’automobilista a viaggiare quasi a cavallo della linea bianca al centro della strada : basta un attimo di disattenzione e l’auto può “sconfinare” nella corsia adiacente, magari …. mentre un’altra auto sta sopraggiungendo per il sorpasso !
Il disastro può essere inevitabile.
Una strada larga è per sempre.
A meno che non si voglia fare, anche per le strade, come con i telefonini, le macchine fotografiche e i computer : una strada nuova ….ogni tre anni !

venerdì 30 marzo 2007

Città libera ( dalle auto ).

La città deve tornare ad essere vivibile, con poche auto e con il traffico scorrevole.
L’unico modo è quello di liberare le vie dalle auto in sosta.
Abbiamo impiegato 50 anni per riempirle, con il risultato che vediamo ogni giorno.
Dobbiamo tornare sui “nostri passi” (anche nel senso letterale del termine) : non c’è altra soluzione.

Per liberare la città dalle auto si può stabilire una Norma, a livello nazionale, che obbliga chiunque acquisti un’automobile, ad avere un garage o posto auto, dove parcheggiarla di giorno e di notte.
Nel giro di vent’anni, anno dopo anno, la città sarà sempre più libera dalle auto in sosta permanente.
Inoltre si può prevedere che ogni nuovo appartamento costruito o ristrutturato, abbia a disposizione almeno 3÷4 posti-macchina ( garage, posti-auto in autorimessa o cortile interno ).
Quelli che risulteranno in eccesso, si potranno affittare a chi ne è sprovvisto.

La strada non può essere occupata
da auto in sosta permanente,
sia per motivi residenziali o di lavoro.
Per i residenti sono necessari garage e parcheggi vicini alle abitazioni.
Per i pendolari che vengono dal circondario, parcheggi gratis all'ingresso della città ( dove, tra l'altro, realizzarli costa molto meno ) e autobus frequenti e puntuali.
Della tessera gratuita per studenti meritevoli
abbiamo già parlato.
Per chi abita vicino al lavoro, ricordo che 15÷20 minuti di cammino, a passo sostenuto è oltremodo efficace per mantenersi in buona salute.

In questo modo, la sede stradale libera consentirà un traffico più scorrevole,
mentre i parcheggi saranno liberi per tutti.

mercoledì 28 marzo 2007

La città è di tutti.

La città è di tutti, le strade pubbliche altrettanto.

L’automobile, invece, è un bene privato, e deve essere considerato tale.


Il parcheggio sulla pubblica via si può configurare come occupazione abusiva di suolo pubblico.

Affittare un garage come negozio ( e parcheggiare l’auto sulla pubblica via ), conviene infinitamente di più al proprietario di un garage in città. Per di più, con il ricavato dell’affitto, è possibile comprare una seconda o una terza auto per i figli, …… da parcheggiare, ovviamente, nella via sotto casa !

Le strade delle città, e perfino i marciapiedi, sono diventati parcheggi privati. Ma non è un diritto acquisito, perché un bene pubblico non può essere privatizzato. Per di più, si toglie agli altri il diritto di usufruire di quel bene, (la strada), che appartiene a tutti.

Non è una soluzione il posto macchina per i residenti, perché lascia le auto sulla strada.
Può essere una soluzione temporanea, ma deve essere a pagamento : a parte quello che ho detto prima ( che l’auto è privata e la strada è anche degli altri cittadini : quindi chi ne vuole usufruire stabilmente deve pagare ); ma, soprattutto, per evitare ciò che è già successo : molti cittadini hanno affittato il proprio posto-auto, ricavando con un bene di tutti, un reddito privato.

lunedì 26 marzo 2007

Traffico e città.

Un’automobile trascorre il 90% della sua vita … in condizione di sosta : uno studio dice addirittura il 97% .
Forse sarebbe più corretto il nome di auto-(im)mobile !

La sosta può essere :
1) residenziale : l’auto “dorme” giorno e notte sulla via di fronte all’abitazione del proprietario;
2) di lunga durata : chi si reca al lavoro lascia l’auto sulla pubblica via per 6÷8 ore al giorno;
3) temporanea : possiamo includere tutti gli altri usi, per mille motivi diversi.

L’automobile ferma sulla sede stradale è un ingombro
che bisogna far sparire per sempre, o la città sarà sempre meno vivibile (trafficata, inquinata, rumorosa e sporca ).

Obiettivo a lungo termine deve essere la completa eliminazione della sosta permanente : la sosta residenziale, privata, sulla sede stradale, e la sosta a lungo termine, per lavoro.
In questo modo le strade, liberate dalle auto in sosta, consentiranno un traffico più scorrevole, con effetti positivi sull’inquinamento, sul rumore, e con risparmio di tempo e di stress per chi guida.
Anche i parcheggi, a tariffe fortemente progressive dopo le prime due ore di sosta, saranno liberi per i veri utenti della città.
La città vive solo se ci sono gli utenti del terzo gruppo : chi fa acquisti nei negozi, chi si reca negli uffici, i turisti, ecc. o …. chi vuole soltanto farsi una passeggiata e prendersi un caffé.

Se la città è intasata e il parcheggio impossibile, gli utenti se ne vanno e la città muore.

sabato 24 marzo 2007

Incentivi e disincentivi.

Se voglio favorire un comportamento positivo, dovrò premiarlo ( incentivo).
Se voglio contrastare un comportamento negativo, dovrò renderlo poco attraente ( disincentivo).


Il fumo fa male.
E’ scientificamente provato.
Ma a nulla sono valsi gli inviti a non fumare. Solo il divieto di fumare in tutti i locali pubblici ha avuto un notevole effetto sul comportamento degli italiani.
Penso, però, che non sia sufficiente per impedire che un numero molto elevato di giovani si avvicini al vizio del fumo.
L’unico disincentivo che funziona è quello economico.

“Il fumo nuoce gravemente alla salute”, scritto sui pacchetti di sigarette, non serve a niente.
Se il “fumo”, invece, nuoce gravemente alle tasche dei cittadini fumatori, allora e solo allora, il messaggio sarà compreso !
Bisognerebbe prevedere nel costo delle sigarette il pagamento di una “quota assicurazione”, per le conseguenze del fumo sulla salute, come risarcimento spese alla società.

Ognuno è libero, purché non danneggi gli altri.

Vogliamo incentivare l’impegno nello studio dei nostri figli?
Si può premiare il merito con una tessera speciale che preveda alcuni vantaggi concreti per i ragazzi, e, nello stesso tempo, sia vantaggioso per la società.
Si possono prevedere, per esempio, trasporti pubblici gratuiti
per i più meritevoli : si avrebbe un risparmio consistente per i ragazzi e le famiglie, e , forse, un motorino ( con rumore, inquinamento e incidenti ) in meno per la città.

giovedì 22 marzo 2007

Regola dello 0,3%.

La matematica non è un’opinione, si dice sempre, anche a sproposito.
Spesso, per rafforzare un punto di vista, si cita la matematica, il sacro mostro degli italiani. Si ottiene così di dare all’argomento trattato, un’autorevolezza che non possiede.
Qualche volta, infatti, la matematica può diventare davvero un’opinione, perché può essere manipolata per ottenere un effetto favorevole.
Si può agire in due modi :
1) Si mette in evidenza un fatto particolare, favorevole, e si tace sull’insieme anche molto negativo.
Esempio : in un periodo di recrudescenza della criminalità, può succedere che i furti diminuiscano. Il governo in carica fa sapere a tutti che i furti sono diminuiti del 10%. Mentre tace sul fatto che, nello stesso tempo, le rapine, le truffe, gli omicidi e tutti gli altri reati, complessivamente, sono aumentati del 30%.

Nel caso degli incidenti stradali,
il governo ha fatto leva sul fatto che i morti sono diminuiti (non per merito dei provvedimenti presi, ma perché le auto sono costruite meglio), e ha taciuto sul fatto che gli incidenti sono sempre aumentati, anno dopo anno, del 40% negli ultimi quindici anni.

Per fare un altro esempio, può succedere che molta gente, in un periodo di stagnazione economica, stufa di cercare lavoro inutilmente, non si iscriva più alle "ex liste di collocamento" . Il numero di persone iscritte alle “liste” risulta minore, e il governo grida che la disoccupazione è diminuita.

2) Si può agire sulle percentuali (o sui grafici), omettendo i valori assoluti.
Esempio : una certa medicina triplica il numero dei malati guariti.
Matematicamente può essere vero, ma si omette di citare che su cento malati trattati, quelli che guarivano prima erano lo 0,1%, mentre ora sono lo 0,3%. Cioè, quasi nessuno guariva prima, quasi nessuno guarisce ora !

martedì 20 marzo 2007

L'automobile e la città.

L’automobile è stata negli ultimi 50 anni il simbolo della libertà conquistata e del benessere.
Oggi è diventata, invece, il principale problema per le nostre città.
Le città, costruite nel passato a misura d’uomo, non sono a misura d’automobile.
Oggi sono diventate un immenso parcheggio all’aperto.
L’auto è la maggior fonte di inquinamento da smog e polveri sottili.
Il traffico caotico e le strade sempre intasate, causano perdite di tempo e sono fonte di stress quotidiano.
I marciapiedi sono diventati parcheggi. Il rumore non fa dormire chi abita lungo le strade più trafficate.
Degli incidenti abbiamo parlato.

Il parcheggio non si trova più e, quando si trova, è molto costoso.
L’ Italia è al primo posto nel mondo per numero di automobili pro capite.
Un primato invidiabile ?

lunedì 19 marzo 2007

Spostamenti inutili.

Visto che il traffico è il responsabile numero uno dei guai cittadini, vediamo che cosa si può fare per diminuirlo.
Non certo come ha fatto il governo, che ha dato incentivi per l’acquisto di nuove automobili : avrebbe dovuto darli, invece, a chi si vende l’automobile, per sempre !
Uno che lo fa davvero, è uno che torna in città, decide che la città è meglio del weekend in coda sull’autostrada.

Anche la storiella dell’auto vecchia che inquina di più è una favola per gonzi : é la regola dello 0,3%,
che lascia tutto come prima.

E’ il numero di auto in circolazione che bisogna diminuire !
Come ?
Bisogna agire nel senso di eliminare le cause degli spostamenti.
Mi spiego con un esempio : l’ ICI che da quest’anno si paga insieme al 730, ha eliminato milioni e milioni di spostamenti casa-ufficio postale ( con immensi risparmi, anche di tempo, per le file alle Poste ). Per due volte all’anno, a giugno e a dicembre.
Questa è la strada da percorrere : eliminare gli spostamenti inutili.
Faccio ancora qualche esempio, ma sicuramente ognuno di voi ne potrà suggerire altri mille.
- Trasformare le bollette ( luce, telefono, acqua, gas ) da bimestrali a trimestrali o semestrali.
- I malati cronici ( ipertensione, diabete, ecc. ) che vanno ogni mese dal medico solo a rinnovare la ricetta : se la malattia è cronica, è inutile, basta prevedere ricette semestrali o annuali. A meno che non si voglia lucrare sulle ricette stesse ! ( un ticket su ogni ricetta ).
- Le inutili revisioni di auto e moto : gli incidenti
non sono stati modificati ( regola dello 0,3% ).
- ....
Suggerite, gente, suggerite.

E provate a riflettere, mentre correte trafelati, insieme a migliaia di persone frettolose come voi, se il vostro urgentissimo problema non poteva essere risolto in altro modo : magari via e-mail, o con un fax.

domenica 11 marzo 2007

Statistiche incidenti.

Secondo uno studio dell’Università di Verona, e sulla base dei dati statistici ufficiali, in Italia avvengono in media, 230.000 incidenti stradali all’anno, con oltre 8.000 morti.
I feriti, che vanno al Pronto Soccorso, sono circa 600.000, con 170.000 ricoverati. Di questi, oltre 20.000 all’anno restano invalidi permanenti.

Il 75% degli incidenti avviene in città, con il maggior numero di feriti. La maggioranza degli incidenti mortali, invece, avviene fuori città, a causa della velocità più elevata.

Le cause degli incidenti sono dovute per la quasi totalità al comportamento scorretto dei guidatori.
Solo lo 0,3% è dovuto a difetti o avarie del veicolo. ( Perfettamente inutili, quindi, le revisioni obbligatorie ogni due anni ).
Spesso sono coinvolti i pedoni, con il 12÷13 % dei morti.
Negli ultimi quindici anni i morti sono diminuiti del 25% ( miglioramento della sicurezza delle auto ), Ma gli incidenti sono aumentati del 40%, così come il numero dei feriti.
Il costo annuale ammonta a 35 miliardi di euro.


Se il 95% degli incidenti è dovuto al guidatore, è su di lui che bisogna agire. Come ?
Visto che l’opera di educazione e la normativa stradale non hanno ottenuto gli effetti attesi ( gli incidenti sono aumentati del 40% ), si deve agire sull’unico fattore in grado di essere capito da chi fa finta di non sentire : il costo.
Se il 95% degli incidenti avviene per colpa, il responsabile deve pagare il 95% del costo totale. Compreso, oltre all’assicurazione,
il costo delle cure mediche e delle pensioni di invalidità.

martedì 6 marzo 2007

Strade in Sardegna.

In Sardegna non ci sono autostrade. Ci sono solo strade strette e pericolose.
Le strade strette ci sono sempre state : potevano andare bene per l’asino e i carretti, ma, forse, neanche per loro.
Oggi il traffico è cambiato, ma i nostri amministratori non se ne sono accorti.
La Sardegna ha bisogno di molte strade nuove, ben costruite, ma di due non ne potrà mai fare a meno : la “Carlo Felice” e la Sassari – Olbia.
La prima è nata a 4 corsie, senza spartitraffico : per i suoi tempi, era una bella strada : ma quando il traffico è aumentato, invece di allargarla, l’hanno ristretta : ora è un incubo !
La Sassari-Olbia, la stavano facendo nuova, ma non sono ancora arrivati a metà percorso, che non è più valida.
La nuova strada per Alghero e la “Camionale” per Porto Torres, inaugurate di recente, sono nate vecchie, strette e pericolose.
Non conosco cosa hanno combinato in quel di Cagliari.

Ma è ora di dire basta !

La Sardegna ha bisogno di strade per il futuro, non per il passato. Le strade devono essere sicure, e devono durare per sempre.


Ciò può essere ottenuto in un modo soltanto : fare la sede stradale più larga, soltanto più larga .
Costruire rispettando la Normativa Stradale, che prevede una carreggiata dimensionata esattamente per la sicurezza dei viaggiatori.
E non, per un meschino e miope calcolo, farla più stretta di un metro, per risparmiare oggi .
Quanto ho detto sopra dimostra che, dopo pochi anni, è necessario spendere dieci volte di più.
Inoltre si condannerebbe i Sardi a viaggiare nel pericolo, PER SEMPRE.

I Nuragici si rivolterebbero nelle tombe !

lunedì 5 marzo 2007

Il CUP.

“Carneade. Chi era costui ?”
( E’ la frase pronunciata da Don Abbondio, nei Promessi Sposi del Manzoni. Dicesi di persona poco nota ).

Nel mondo fatto a sigle, ( i DICO sono l’ultima : DIversamente COniugati ) , dove tutti le usano e nessuno sa che cosa significano, il CUP è noto a tutti !
Ho cercato sui quotidiani locali, sul Sito istituzionale del Comune di Sassari, ma nelle
centinaia o migliaia di Numeri Utili, il CUP non c’è !
Forse a ragione, perché non è un numero utile. Serve solo a perdere tempo, ulteriormente.
Dopo aver fatto due ore di fila dal Medico di Famiglia, torno a casa con la prescrizione della visita specialistica.
Quando vado a telefonare per la prenotazione, mi accorgo di non ricordare il numero. Allora prendo l’Elenco Telefonico : cerco alla voce CUP, ma non c’è. Che significherà mai la sigla CUP ?
Internet mi dice : Centro Unico di Prenotazione : ma sull’Elenco non c’è neppure lui !
Mi ricordo che le visite specialistiche si fanno alla U.S.L., ma non si trova nemmeno quella : si chiama “Azienda Sanitaria Locale”, ma allora perché chiamarla USL ?
Sarebbe troppo facile per il Cittadino !
Telefono al centralino della USL, ed ecco finalmente il fatidico N° del CUP : 27.02.65.
Mi prenotano, gentilmente, fra 426 giorni ( quattrocentoventisei giorni, se sarò ancora vivo ! ). Mi sento fortunato : ad Ancona, per un esame, si può aspettare anche più di quattro anni ! ).
Ma prima devo pagare il Ticket di 45 euro, facendo la fila all’ufficio apposito.
Poi mi dovrò recare in ambulatorio, alle 8 del mattino, del giorno stabilito, per prendere il numero, e se c’è altra gente che si è alzata prima di me, dovrò aspettare fino alle 14,00.

Allora telefono al medico privato, che mi fissa l’appuntamento per l’indomani mattina alle 11,00. Costo 60 euro.
Mi sento preso in giro.

sabato 3 marzo 2007

Le liste d'attesa.

Tutti sanno cosa sono le liste d'attesa per un esame medico o una visita specialistica. E' una cosa che non dovrebbe nemmeno esistere : se uno si sente male e va dal medico, dovrebbe uscire dall'ambulatorio con la diagnosi e la cura. Ma nel caso, ormai generalizzato, di necessità di ulteriori accertamenti, il paziente dovrebbe essere prenotato e inviato in una struttura polivalente da dove dovrebbe uscire, sempre con la diagnosi e la cura.
In "attesa" di un Paese più moderno, vediamo come si possono limitare le liste d'attesa.

1.- Tempi max accettabili:
a) URGENTI : entro il giorno successivo alla prescrizione ( con prenotazione diretta da parte del Medico di famiglia ).
b) NON URGENTI : ( significa che la persona sta male, ma può aspettare senza aggravare il suo stato di salute ). Max 7 gg.
c) VISITE O ESAMI DI CONTROLLO O DI CHECK-UP : max 30 gg.

2.- Proposte di risoluzione.
a) Se la struttura pubblica non ce la fa, il Cittadino può rivolgersi al privato convenzionato. ( O viene prenotato dal CUP entro i termini, oppure può immediatamente andare da chi vuole e paga il SSN ).
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Possibile che tutto sia così semplice? No, perché le Liste d'Attesa sono uno strumento del governo per limitare la spesa. La conseguenza è che al Cittadino non viene concesso un servizio che gli spetta.
Quindi non si vuole eliminare le liste d’attesa!
Così la metà dei Cittadini, per non aspettare sei mesi e perché si sente male , si reca dal privato e paga di tasca propria.
Ma è un falso risparmio. Primo, perché il Cittadino deve spendere DUE VOLTE ( paga le tasse per la Sanità Pubblica e paga il costo,salatissimo, delle visite private.
Secondo, si discriminano i malati meno abbienti che evitano la visita o l’esame ( magari salvavita! ) perché non possono permetterselo.
NON E’ DA PAESE CIVILE !
Inoltre l’Italia ha una spesa per il SSN tra le più basse in Europa.


Si potrebbe migliorare la situazione con l'aiuto del Medico di Famiglia, che è il fulcro del Sistema Sanitario attuale.
1) “Appropriatezza” delle visite specialistiche e degli esami : solo un medico può valutare questo punto e il Medico di Famiglia, che conosce il paziente, è il più indicato a farlo.
2) Si può aiutare il Medico di Famiglia con delle linee guida nazionali, che non seguano le mode lanciate dalle Case farmaceutiche ( il check-up ogni sei mesi! ), ma che stabiliscano un equilibrio tra le richieste e l’effettiva necessità: anche e soprattutto sulla base dei risultati statistici dei milioni di esami inutili effettuati.
3) Per responsabilizzare maggiormente i Medici di Famiglia, si può, sulla base degli esami, fatti effettuare inutilmente al paziente, stabilire un Ticket per il medico stesso, che verrà applicato in misura proporzionale alla percentuale di esami inutili fatti eseguire. E chiaro che alcuni esami “negativi” sono nella norma, ma quando sono troppi vuol dire che il Medico non ha esercitato nel migliore dei modi la sua professione.
4) “Liberalizzare” la professione di Medico di Famiglia:
Ci sono tanti medici, giovani e disoccupati, che lo farebbero volentieri. Il Cittadino avrebbe più ascolto, più tempo, visite più accurate e , magari, per appuntamento.
Cambiamo la mentalità : il tempo è prezioso per i Cittadini, non solo per il medico !
E’ lui al nostro servizio, non noi al suo !


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