giovedì 26 febbraio 2009

Centrali nucleari.

Non credo che i nostri politici, per quanto sprovveduti, non sappiano che l’energia elettrica prodotta con le centrali nucleari costa molto di più, e che non sappiano che l’uranio sta finendo, e che non cambierà la nostra dipendenza dall’estero.
Credo invece, che il loro scopo sia un altro, più nascosto.
Vogliamo anche noi, come la Francia, o come l’Iran, diventare una potenza nucleare ? E’ poco probabile.
Piuttosto, si tratta di cogliere l’occasione della crisi energetica per favorire, ancora una volta, i potentati economici energetici.
Ogni mezzo è valido per continuare a spremere i cittadini : con i telefoni, con l’elettricità, con il gas, con l’acqua, con la TV digitale, con le autostrade, con i parcheggi, ecc.

Ormai, il 50% del nostro reddito se ne va in tasse, il resto ... in bollette !

sabato 7 febbraio 2009

Morìa api.

La Sardegna è un’isola molto vasta, ma con scarse coltivazioni agricole, che sono per lo più estensive.
L’apicoltura ne è avvantaggiata, perchè può sfruttare le immense distese di vegetazione spontanea. Il miele che se ne ricava ha, spesso, caratteristiche uniche per profumi e sapori. Inoltre, poiché le campagne non sono irrorate di pesticidi, il miele è più pregiato e quasi sempre biologico.

La causa delle morìe di api, in queste zone della Sardegna, non può essere attribuita, quindi, ai neonicotinoidi o ad altri fattori di inquinamento ambientale, ma soltanto a errate tecniche apistiche, o forse, ad api “inadatte”.

La presenza di varroa ( l’acaro parassita, che da oltre vent’anni danneggia gli alveari ), è un fattore predisponente e determinante, ma senza gli errori dell’apicoltore, non arrecherebbe i danni notevoli che tutti conosciamo.
Sembra, però, che negli ultimi anni, l’acaro in questione sia diventato più virulento. Per questa ragione non sarebbe più sufficiente il solo trattamento invernale, anche perché nell’Isola non c’è mai assenza completa di covata.
Allora, un trattamento estivo ( ad agosto ), dopo il raccolto di eucalipto, con oli essenziali di timo, può permettere alla famiglia ( e all’apicoltore !) di effettuare un raccolto autunnale ( come il corbezzolo, l’inula, o il rosmarino ), e soprattutto un invernamento in condizioni migliori.



2) Un altro fattore, importante per evitare la scomparsa delle api, potrebbe essere quello di ripristinare la purezza dell’ape ligustica italiana ( o, nell’Isola, di quella sarda, se esiste ancora ).
Per decenni abbiamo esportato api e regine italiane in tutto il mondo, tanto che l’ape ligustica è la razza più diffusa per i suoi pregi, universalmente riconosciuti.
Ora, da qualche anno, sono state reimportate regine più o meno ibride da ogni continente, non si sa per quale vantaggio economico, o per quali caratteristiche produttive.
Da allora sono cominciate le morìe delle api.

Che sia questo un altro motivo ?

Un’indagine in questo senso potrebbe chiarire molti aspetti ancora oscuri.

lunedì 2 febbraio 2009

Un milione di alberi.

Con una delibera recente la Regione Sardegna vuole impiantare un milione di nuovi alberi, per “riqualificare gli spazi verdi, sensibilizzare i giovani ad una corretta educazione ambientale, dare un importante contributo al Protocollo di Kyoto”. Vorrebbe anche che, “un altro milione di alberi venisse piantato dalla grande industria sarda e dal sistema dei trasporti pubblico e privato, che insieme producono due terzi delle emissioni “.

Si tratta di una iniziativa didattica e di educazione ambientale veramente encomiabile. Per questo non va sprecata.
Sarebbero, inoltre, piantate essenze arbustive e arboree autoctone e tipiche dell’Isola.

La Sardegna ha tantissime aree degradate e improduttive, che potrebbero essere riforestate. Dopo alcuni anni, saranno ricoperte di verde. Gli alberi produrranno benefici per l’ambiente :
a) gli alberi producono ossigeno, tra le altre cose : senza di loro moriremmo tutti.
b) Gli alberi, con la traspirazione, producono vapore acqueo, che sale verso l’alto, condensa e ricade sotto forma di pioggia : più alberi = più piogge.
c) Il bosco, dopo pochi anni, offre vitto e alloggio a una straordinaria fauna, che prima non ci poteva essere.
d) Il paesaggio è più gradevole alla vista. Se si piantano anche alberi da fiore, avremo un paradiso intorno a noi ( senza contare la possibilità di produrre miele e polline per le api e per noi ).
e) Più alberi, meno CO2 : il nostro contributo per evitare l’effetto serra.
f) Infine gli alberi, una volta cresciuti, potranno essere sfruttati e creare lavoro, occupazione e reddito, per sempre.

Pianta un albero, e poi .... aspetta !

domenica 1 febbraio 2009

Un albero per ogni neonato.

C’è un’altra legge, stavolta nazionale, che è possibile utilizzare per l’ambiente della Sardegna : ed è la legge 113 del 1992.
Questa legge prevede che i Comuni debbano obbligatoriamente piantare un albero per ogni nuovo nato e scrivere sul certificato di nascita il sito dove è stato piantato.
Ma la legge non prevede alcuna sanzione per i Comuni inadempienti, per cui è rimasta, quasi sempre, lettera morta. I Comuni che la applicano sono una ( lodevole ) minoranza.
In Italia si fanno, spesso, operazioni di facciata e di propaganda politica, come questa. Fare una legge, senza prevedere il finanziamento ( garantito e ripetuto nel tempo ), significa fare ... una promessa elettorale !

Tutti gli alberi nascono da soli, dai semi caduti sotto le piante adulte ( almeno finché qualche zelante impiegato regionale non passi a bruciare il sottobosco , con la scusa di prevenire gli incendi estivi .... ).
Ogni alberello può essere prelevato a ottobre e trapiantato a dimora nel posto prescelto. Oppure può essere trasferito in un vasetto, in attesa di trovargli un sito definitivo, o un amico appassionato.