giovedì 13 dicembre 2007

Elettrosmog : isolamento.

Per isolare una stanza, e proteggerla dalle onde elettromagnetiche ad alta frequenza, si può fare nel modo seguente.
Poiché le onde si propagano in linea retta, spesso è sufficiente isolare soltanto una parete o due, nella direzione delle antenne.
Si acquista un rotolo di alluminio e un rotolo di nastro adesivo per carrozzieri ( quello di carta, che si può staccare e non lascia traccia ).

Si parte dall’angolo, e si fissa, per tutta l’altezza ( dal soffitto al battiscopa ), una striscia larga come il rotolo : è sufficiente fissarla bene in alto, e poi con piccoli pezzi di adesivo, ogni 50÷100 cm , in lunghezza.
Si fissa una seconda striscia, avendo cura di sovrapporla all'altra, per un paio di centimetri. E così via, foderando tutta la parete, senza lasciare parti scoperte.
Sopra, per rifinire, si possono mettere perline di legno, da acquistare già pronte, in un negozio di bricolage e del colore preferito. Sono alte tre metri : si tagliano a misura e si incastrano l’una dopo l’altra. Si possono fissare con dei chiodini di acciaio, a dei listelli orizzontali ( circa 4 ) di 2÷3 cm di spessore e fissati al muro con dei tasselli. Il rivestimento può essere anche di altro genere.
Lo spazio tra i listelli, può essere riempito, eventualmente, con pannelli isolanti termici : si ottiene un elevato comfort abitativo, e forse, si può richiedere anche l' agevolazione fiscale del 55%.

In mezza giornata di lavoro, la parete è isolata. Se è necessario isolare una seconda parete, si ripete il procedimento.
Se c’è una finestra, si può mettere una tenda trasparente ( si vendono appositamente ed hanno un tessuto speciale in fili di rame invisibili, inserito nella stoffa ).
Oppure ( ma vale solo per le ore notturne ) si possono appendere a dei gancetti, due pannelli in multistrato di 3÷4 mm ( uno per ogni anta ), che coprono perfettamente la luce della finestra, legno compreso. I pannelli vanno, ovviamente, foderati con la solita pellicola di alluminio, e poi rivestiti con un poster, in base al proprio gusto.

Tutto questo lavoro è stato già eseguito, e si è verificata la sua notevole efficacia.
Dopo l’intervento, il campo era ovunque inferiore a 0,4 V/m.
Da tenere presente che le onde rientrano, in parte, dai lati non isolati, ma la protezione ottenuta è quasi sempre sufficiente.
Buon lavoro !

mercoledì 12 dicembre 2007

Protezione dall'elettrosmog.

Oggi le nostre città sono immerse in una cappa, non solo di smog, ma anche di radiazioni elettromagnetiche diffuse.
Sono dovute alle emissioni delle antenne ( ripetitori ) per la TV e, soprattutto, per i telefonini.
Spesso, purtroppo, l’intento di fornire un servizio migliore, va a discapito dell’ inquinamento elettromagnetico.

Qualche volta capita di abitare di fronte o vicino, a un tetto che ospita decine di ripetitori ! Allora si teme di essere sottoposti a un eccesso di radiazioni e si pensa di correre qualche rischio, per la salute. E man mano che passa il tempo le ricerche scientifiche ci danno, purtroppo, ragione.

Che cosa possiamo fare, allora ?
Trasferire la propria abitazione, non sempre è possibile, né auspicabile, per ovvi motivi.
Ma si può fare qualcosa.
Le radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza, proprie di TV, radio e telefoni cellulari, possono essere bloccate da un materiale semplice e assai economico : l’alluminio, in fogli. Proprio quello che acquistiamo, in rotoli, al supermercato e che usiamo per avvolgere le vivande.
E’ un materiale semplice da reperire, economico e facile da utilizzare.
Soprattutto, riesce a bloccare più del 90% delle radiazioni : per capirci meglio, riduce, anche di 10 volte, il valore del campo magnetico incidente.
Se prima dell’applicazione, nella stanza c’era un campo di 6 V/m ( il massimo ammesso, per legge ), dopo diventa di 0,6 V/m. Un valore accettabilissimo, non più dannoso, e .... il cellulare funziona ancora a meraviglia !
Nel prossimo post, vi spiegherò come fare, in pratica.

lunedì 10 dicembre 2007

Abolire le province.

La somma dei bilanci di tutte le province italiane, nel 2006, ammonta a 115 miliardi di euro ( fonte UPI- Unione Province Italiane).
Un quarto, circa, viene speso in servizi : manutenzione di alcune strade, delle scuole, ecc.
Il resto, tre quarti, serve per mantenere il loro apparato burocratico.
Significa che, per organizzare tali spese, e per decidere come spendere 30 miliardi, sono necessari quasi 90 miliardi !
Spendi 1 e paghi 4 !!!
Quale economia folle, riesce ad arrivare a tanto ?
Perciò, abolire le province è un obbligo morale.

Ma non si devono creare nuovi carrozzoni, come assemblee di sindaci, o altro. Bisogna abolirle tout-court, e far passare le loro funzioni ( poche ) ai Comuni e alle Regioni.
Si risparmierebbe così tanto da far sparire il Debito Pubblico, in pochi anni.
Con i soldi risparmiati, si potrebbe creare lavoro per tutti !

Le province, dovevano scomparire quando sono state create le Regioni : invece sono ancora lì. A sperperare i soldi pubblici.

Perché non facciamo un Referendum ?

Volete abolire le province ? SI o NO.

Senza quorum. Senza “azzeccagarbugli”. Senza scampo !

Oppure, più semplicemente, basta fare una legge, piccola, piccola.
Articolo 1.
Le province sono abolite.
Punto.

Con la creazione delle aree metropolitane, le province di Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Venezia, Bari, Cagliari, Palermo, ecc. verrebbero di fatto abolite ( speriamo ! ). Perché non continuare, abolendo anche le altre ?
Le Aree Metropolitane si occuperebbero dei problemi delle Città-metropoli, le Regioni per il resto del territorio.

sabato 8 dicembre 2007

Omeopatia : inutile, ma non dannosa.

La prestigiosa rivista scientifica “The lancet” ha pubblicato, recentemente, uno studio le cui conclusioni affossano definitivamente, le capacità dell’Omeopatia di curare un qualsivoglia malanno.
Afferma testualmente, che gli effetti dell’Omeopatia non vanno oltre l’effetto placebo. Significa che si guarisce nello stesso modo di chi si è curato con il “placebo” : una caramella a forma di pillola.
Cioé, l’effetto curativo è assolutamente pari a zero.

Nei farmaci omeopatici, spesso, non c’è nessun principio attivo : solo “acqua fresca”, come si dice. Questo è dovuto alle altissime diluizioni :dopo 12 K, o 12 CH, non vi è più traccia di alcunché. Se non c’è niente, che cosa ci guarisce ?
Le prove scientifiche dicono che l’Omeopatia non ha alcuna efficacia.

Ma la gente è convinta di guarire lo stesso !
Certo, perché il 100% delle malattie, curabili con l’omeopatia, guarirebbe comunque, anche senza farmaci.

Ma sbaglia, e forse di più, anche chi prende le medicine “ufficiali” (parlo sempre delle stesse malattie, che guariscono da sole ) : perché si sottopone a tutti gli effetti collaterali, che sono tanti, e spesso pesanti.

L’Omeopatia, invece, essendo acqua fresca, non ha alcun effetto collaterale : da questo punto di vista è un vantaggio per il paziente. E per il SSN.

Perciò, continuate a curarvi con ciò che volete, ma solo il raffreddore ....

Buona salute a tutti.

venerdì 7 dicembre 2007

Omeopatia : farmaci senza molecole.

E’ una pratica medica complementare, utilizzata da quasi il 9% degli italiani.
Alla base dell'Omeopatia c’è il cosiddetto principio di similitudine del farmaco (similia similibus curantur) enunciato da un certo Hahnemann : secondo cui, il rimedio più appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata.
Come dire, paradossalmente : se uno inghiotte un veleno che fa morire, in dosi infinitesimali lo stesso veleno dovrebbe essere un rimedio infallibile contro la morte !
Altro pilastro dell’omeopatia : maggiore è la diluizione del principio attivo (dicono), e maggiore è l’efficacia del rimedio : diluire, diluire, diluire, fino a .... bere un bel bicchiere di acqua fresca (si spera, minerale !) : non c’è niente, l’effetto è massimo, e l’imbroglio è .... zero!
In effetti, nella maggior parte dei carissimi rimedi omeopatici, non c’è più alcuna traccia del “principio attivo” : la scienza fisica, ci dice che dopo la dodicesima diluizione centesimale ( 12 CH ), nel composto rimane ....solo acqua !
E le diluizioni omeopatiche sono normalmente 20, 30, 100, 200 volte, e più.
Leggete, se volete approfondire, cosa dice il Cicap.

Indipendentemente dalla validità del metodo curativo, due sono le critiche principali all’omeopatia.
1) I risultati terapeutici, degli studi scientifici effettuati, non vanno oltre l’effetto placebo.
2) Nei preparati , come dicevo prima, non c’è più traccia di principio attivo : sono, cioè, acqua fresca. ( Secondo gli Omeopati, invece, più sono diluiti, maggiore è la loro efficacia ).

Per questo il Servizio Sanitario Nazionale ha deciso, giustamente, che i cittadini sono liberi di “curarsi” con l’Omeopatia, ma a pagamento (anche se chi si cura con l’omeopatia, fa risparmiare il S.S.N.)

Invece, secondo me, l’Omeopatia ha una sua utilità :
siccome molte malattie guariscono da sole, con il tempo, curarsi con “l’acqua fresca” evita tutti gli effetti collaterali ( e sono tanti ) dei farmaci convenzionali.
E scusate se è poco.