La Sardegna è un’isola molto vasta, ma con scarse coltivazioni agricole, che sono per lo più estensive.
L’apicoltura ne è avvantaggiata, perchè può sfruttare le immense distese di vegetazione spontanea. Il miele che se ne ricava ha, spesso, caratteristiche uniche per profumi e sapori. Inoltre, poiché le campagne non sono irrorate di pesticidi, il miele è più pregiato e quasi sempre biologico.
La causa delle morìe di api, in queste zone della Sardegna, non può essere attribuita, quindi, ai neonicotinoidi o ad altri fattori di inquinamento ambientale, ma soltanto a errate tecniche apistiche, o forse, ad api “inadatte”.
La presenza di varroa ( l’acaro parassita, che da oltre vent’anni danneggia gli alveari ), è un fattore predisponente e determinante, ma senza gli errori dell’apicoltore, non arrecherebbe i danni notevoli che tutti conosciamo.
Sembra, però, che negli ultimi anni, l’acaro in questione sia diventato più virulento. Per questa ragione non sarebbe più sufficiente il solo trattamento invernale, anche perché nell’Isola non c’è mai assenza completa di covata.
Allora, un trattamento estivo ( ad agosto ), dopo il raccolto di eucalipto, con oli essenziali di timo, può permettere alla famiglia ( e all’apicoltore !) di effettuare un raccolto autunnale ( come il corbezzolo, l’inula, o il rosmarino ), e soprattutto un invernamento in condizioni migliori.
2) Un altro fattore, importante per evitare la scomparsa delle api, potrebbe essere quello di ripristinare la purezza dell’ape ligustica italiana ( o, nell’Isola, di quella sarda, se esiste ancora ).
Per decenni abbiamo esportato api e regine italiane in tutto il mondo, tanto che l’ape ligustica è la razza più diffusa per i suoi pregi, universalmente riconosciuti.
Ora, da qualche anno, sono state reimportate regine più o meno ibride da ogni continente, non si sa per quale vantaggio economico, o per quali caratteristiche produttive.
Da allora sono cominciate le morìe delle api.
Che sia questo un altro motivo ?
Un’indagine in questo senso potrebbe chiarire molti aspetti ancora oscuri.
sabato 7 febbraio 2009
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