lunedì 23 luglio 2007

Le cave.

I Nuraghi sono tutti in posizione dominante, ma quasi mai nel punto più alto (Lilliu) : questo perché era più facile portare i sassi in discesa.

I Nuragici reperivano i blocchi generalmente nelle vicinanze dei Nuraghi. Ci sono zone, come intorno a Macomèr, dove la campagna è letteralmente ricoperta di blocchi di trachite o basalto, diffusi in superficie e facilmente utilizzabili. Bastava un’occhiata per la scelta dei migliori, qualche colpo ben assestato per squadrarli grossolanamente, e via verso il sito dove sorgeva il nuovo Nuraghe.
In alternativa era necessario avere una cava di estrazione nelle vicinanze.

La trachite è una roccia abbastanza tenera e lavorabile facilmente. Il basalto, più duro e compatto, solitamente si trova più o meno fratturato in superficie, quindi i tagli erano ridotti.
In ogni caso, con notevole fatica, i blocchi dovevano essere estratti.
Si procedeva posizionando i cunei in una frattura della roccia ( cunei di legno molto secco e duro, oppure di bronzo ), tra due piastre e si battevano con le mazze di legno, fino al rifiuto di ogni ulteriore penetrazione. Questo per tutta la lunghezza del blocco : un cuneo ogni 20-30-40 cm, in base alla durezza della pietra. Sui cunei di legno si gettava acqua per impregnarli ben bene in modo che, aumentando di volume, spaccassero la roccia. Per quelli di bronzo, si battevano a rotazione, facendoli penetrare fino a che la pietra cedeva.
Si ripetevano le operazioni fino ad ottenere blocchi della grandezza voluta.

I blocchi dovevano essere lavorati sulla faccia esterna, ma anche sulla faccia superiore e su quella inferiore, per formare superfici piane e, possibilmente, parallele.
Ideale era il blocco trapezoidale, ma per ottenerlo era necessaria una lunga lavorazione, che spesso non si riteneva necessaria.

Forse, negli anni in cui sono stati costruiti i Nuraghi più antichi, mancavano anche i più elementari strumenti di bronzo. Con soli attrezzi di …pietra, la lavorazione dei conci si limitava all’essenziale : qui i sassi sono lavorati pochissimo : solo, ma non sempre, la superficie esterna ; per il resto sono appena sgrossati.

La pietra bisogna conoscerla, saperla prendere per il verso giusto, trovare la linea più fragile : questo il cavatore nuragico esperto lo sa, per cui riesce a tagliarla, spaccarla, sbozzarla, nella maniera migliore, non con la forza, ma con l’intelligenza.

Continua ...

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