Abito in campagna, sulla sommità di una
collina, alla maniera nuragica.
La casa, in tipico stile sardo-antico, è orientata con l’asse maggiore in
direzione Nord-Sud. L’ingresso si apre verso Est, sotto una lunga e ampia veranda, che
accompagna tutto il lato più lungo della casa : tutta la veranda, quindi,
risulta esposta a Est.
Sono
oltre trent’anni che ci abito, e vi assicuro che, nelle mattinate invernali
( da novembre ad aprile ), quando il Sole
sorge basso sull’orizzonte, e illumina e riscalda la zona sotto la
veranda-tettoia, dall’alba fino a quasi mezzogiorno, continuo a meravigliarmi, ogni volta.
Lavorare illuminati dal sole, riparati dal
Maestrale o dal Ponente ( sempre piuttosto freddi, d’inverno ), con il
cinguettìo festoso degli uccelli e con una lunga e profumata siepe di rosmarino
azzurro di fronte (fiorito da settembre a maggio ), ancora mi commuove.
Mi sembra di esserci, quattromila anni fa, sulla collina di Monte Baranta, con la possente Muraglia nella
medesima posizione, quando tutti gli abitanti del villaggio erano
all’opera, al tepore del sole e al riparo
dal freddo .....
Una
lunga e luminosa tettoia, addossata alla Muraglia, avrebbe permesso di vivere e lavorare, al riparo, anche
nelle giornate piovose e fredde. Erano sufficienti pochi pali e una copertura
di legno.
Sotto la
“veranda” le greggi potevano
trovare riparo notturno ; potevano trovar posto le attrezzature, la legna
asciutta per il fuoco e in genere tutto
quanto necessario per la vita e il lavoro.
Si poteva accendere il fuoco e mangiare,
ci potevano giocare i bambini.
Ci si riuniva dopo il lavoro,
e si progettavano le attività future.
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