Da bambino mi raccontavano le favole di Esopo, con gli
animali protagonisti, ma dove comparivano evidenti
allusioni al mondo degli uomini.
Oggi, il grande
scrittore greco, avrebbe rispolverato
questa.
“Il lupo e il pastore.
Un lupo andava al seguito di un gregge di pecore, senza far loro alcun male. Il
pastore, sulle prime, lo teneva a bada come un nemico, e lo sorvegliava con
estrema diffidenza. Ma quello ostinatamente lo seguiva, senza arrischiare il
minimo tentativo di rapina. Così gradatamente il pastore si convinse di avere
in lui un custode, piuttosto che un nemico intenzionato a danneggiarlo.
Un giorno ebbe bisogno di recarsi in città, gli lasciò le pecore in custodia e partì tranquillo. Ma il lupo seppe cogliere l'occasione: si lanciò sul gregge e ne fece strage sbranandone una gran parte. Il pastore, quando fu di ritorno e vide la rovina del suo gregge, esclamò: - Mi sta bene! Quale stupidità mi ha spinto ad affidare le pecore ad un lupo?”
Allo stesso modo, coloro che affidano i propri beni a
persone avide naturalmente li perdono.
Tutti diranno, senza pensarci due volte, che il pastore è stato
uno stupido.
Infatti nessuno, sano di mente, farebbe una cosa simile.
( Gli italiani, purtroppo, sono il gregge ).
La domanda è : non hanno letto Esopo o sono complici ?
In ambedue i casi, non c’è da stare allegri.
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