lunedì 8 ottobre 2007

Obolo.

Nei Siti archeologici non devono esserci soltanto persone che vendono biglietti e souvenir, o ticket per i parcheggi, ma figure professionali, culturalmente preparate, impegnate nella guida, a tempo pieno, dei visitatori. Che vanno accompagnati, e a cui vanno illustrate le caratteristiche del Sito.
Inoltre, si deve far vedere come si costruivano, anticamente, le ceramiche, gli utensili, gli attrezzi ; come si viveva nel periodo storico considerato ; come si lavoravano le pietre nei Nuraghi ; come si lavorava il bronzo, ecc. ecc.
Il turista vuole imparare, non vedere soltanto un mucchio di sassi che non parlano nemmeno agli archeologi, figuriamoci a chi è digiuno di storia e preistoria.
A Tharros, per esempio, (ma è così un po’ dappertutto), dovunque si parcheggi, subito spunta un addetto a chiedere l’obolo : anche dove il Sito archeologico è molto lontano e si deve percorrere una lunga e polverosa strada sotto il sole.
Perché non si piantano alberi ? Perché non si costruiscono tettoie con pannelli solari ?

L’obolo va bene, ma in cambio di un servizio !

Tra parentesi : basta una macchinetta, per l’obolo, e le persone possono dedicarsi ad altro.

O, forse, non si cerca un lavoro, ma uno stipendio…..

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