mercoledì 24 febbraio 2010

6. Statica dei Nuraghi : interconnessione.




Nel caso in cui non sia efficace l’interconnessione della muratura, oppure nel caso in cui il vuoto-scala sia molto alto ( 4÷5 metri ), allora l’ogiva può assumere, in parte, un comportamento “a cupola”, con rilevanti spinte orizzontali.

Nella fig. 7, si vede come, se si vuole evitare il ribaltamento dei conci n.3 e n. 5, intorno al punto A, è necessario aggiungere il concio n.6, che impedisce, con il suo peso, il ribaltamento stesso.
Nei Nuraghi l’interconnessione viene assicurata da conci grandi e parzialmente sovrapposti. Questo non si potrebbe realizzare se la muratura fosse costruita affiancando “due gusci”, e riempiendo lo spazio tra la tholos e il muro esterno con pietre piccole e terra. Nel caso ci fossero nuraghi costruiti in questo modo, allora la tholos si comporterebbe come una cupola.
Ma il doppio guscio non l’ho visto in nessuno delle centinaia di nuraghi che ho visitato. Inoltre, per i motivi sopra esposti, mancando l’interconnessione, non sarebbero neppure tanto stabili. Questo perché, il riempimento di sassi piccoli e terra si sarebbe fatalmente assestato nel tempo, con cedimenti notevoli contribuendo a innescare spinte sui “gusci” adiacenti, e provocando, spesso, dissesti catastrofici.
E i Nuragici sapevano ciò che facevano.
Non si dovrebbe trascurare, infine, l’apporto stabilizzante della terra con cui sono riempiti i vuoti tra le pietre di un Nuraghe.
La terra si comporta come una malta molto povera. Anche se la sua resistenza a trazione è molto scarsa, essa riesce molto bene a stabilizzare i conci.
Forse, uno studio sulla composizione, sulla qualità e sulle caratteristiche delle terre usate per il riempimento degli spazi vuoti, unita a qualche moderna analisi di resistenza, potrebbe aprire nuove prospettive sulla sua (trascurata) funzione.

Spero di essere stato chiaro.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Per favore me lo costruisci un nuraghino nell'orto?
Gio