lunedì 4 giugno 2007

Un chilo di pane.

Cinquant’anni fa, per produrre un chilo di pane si consumava una quantità di calorie equivalenti. Ovvero si lavorava per vivere.
Il terreno veniva arato con i buoi, si seminava a mano ; poi si mieteva a mano, si trasportava a spalla, si trebbiava a mano ; si portava ( con l’asino, per fortuna ) il grano al mulino, spesso distante alcuni chilometri ; si setacciava la farina, a mano ; il pane si impastava a mano.
Il profumo del pane fresco ce l’abbiamo nel Dna ; il suo sapore, unico, sapremmo riconoscerlo per sempre.
Beh, dopo tutta quella fatica .... meno male che il risultato era buono !

Ma gli italiani di allora non avevano problemi di obesità, di iperglicemia, o di colesterolo alto ….

Ora i tempi sono cambiati, giustamente, in meglio : la qualità della vita è assai superiore.
Ma invece di mangiare meno, visto che non andiamo più a zappare, continuiamo a ingozzarci, come oche per il “foie gras”.
E poi dobbiamo fare la stessa fatica, di preistorica memoria, per smaltire la ciccia : sudando nelle palestre, correndo nei parchi, o con i balli di gruppo, ecc.

Ma vuoi mettere, la qualità della vita !

1 commento:

Anonimo ha detto...

Eh, ma per molti il ballo è soprattutto un piacere.......