venerdì 4 novembre 2011

Bliteus Psyllaephagus.


Nonostante sia stato chiesto, da oltre un anno, l’intervento delle autorità competenti per fermare la distruzione degli  Eucalipti, fino ad oggi tutto è rimasto fermo.
Il nostro governo è più impegnato del solito a difendere la propria sopravvivenza, per preoccuparsi della sorte di agricoltori e apicoltori, o di altre amenità del genere (come il lavoro per i giovani, o la salute del territorio ).
Ma la  Natura, questa volta, ha anticipato la burocrazia.
Infatti, è comparso miracolosamente, in alcune zone della  Sicilia, il  Bliteus Psillaephagus, l’ormai famoso e desiderato animaletto che mangia la  Psilla e che, forse, contribuirà a salvare gli  Eucalipti.
La bella notizia ci riguarda tutti, perché ora sarà più facile allevare e diffondere, accelerando i tempi naturali di propagazione, il provvidenziale Bliteus.
Anche la  Regione Sardegna dovrà muoversi in maniera più incisiva, per non rischiare di giungere, (come la  Protezione Civile), quando il danno è ormai fatto.

mercoledì 26 ottobre 2011

Incrocio SS. 131 - Camionale a Sassari.



Lo svincolo tra la  SS. 131 ( Circonvallazione di Sassari )  e la Camionale per Porto Torres, è stato costruito qualche anno fa, rovinando per sempre la circolazione sulla  Carlo Felice, e creando un collo di bottiglia che ha spezzato  la fluidità del traffico, soprattutto nelle ore di punta.
Questo svincolo, inoltre, è molto pericoloso, perché anomalo : e l’incertezza degli automobilisti, si sa,  può essere causa di incidenti.

     Adesso si stanno facendo nuovi lavori con le nobili intenzioni, credo, di migliorare la situazione.
     Ma non sarà così.
Perché ora, dopo l’apertura di una parte dei lavori,  la situazione è addirittura peggiorata.
Infatti, mentre prima chi veniva da Porto Torres e voleva entrare a Sassari, in viale Italia, doveva immettersi nella fila quasi perenne di auto  con qualche difficoltà,  ora chi viene da Porto Torres viaggiando a  80÷90 km all’ora, si trova davanti, all’improvviso, una fila di auto quasi ferme che, dalla corsia di accelerazione, si immettono sulla corsia di marcia a  10 km/ora, per poi uscirne, dopo appena  200 metri, verso viale Italia.
Diventa così elevatissimo il rischio di tamponamenti a catena, stavolta senza troppe colpe degli automobilisti.
Questo perché è stata realizzata una struttura assai poco funzionale e che non tiene conto dei flussi di traffico.
Sono, infatti, molto più numerosi i veicoli provenienti dalla rampa e che sono costretti ad immettersi nella  131, in condizioni di scarsa sicurezza.
Questi veicoli avrebbero avuto bisogno, non di una, ma di due corsie esclusivamente dedicate a loro : invece ne hanno avute ZERO !
     Di conseguenza, sulla corsia di accelerazione si crea una fila di auto spesso costrette a fermarsi, per poter dare la precedenza a chi sfreccia sulla Camionale.  Qualche volta succede pure che un’auto più  “impaziente”  si stacchi dal fondo della fila e cerchi di sorpassare tutti, invadendo la corsia di sorpasso della  131 : un doppio tappo di auto quasi ferme che, in condizioni di scarsa visibilità ( ore serali autunno – inverno ), potrebbe causare una catastrofe.


L’unico modo per attenuare i rischi di incidenti molto gravi, sarebbe quello di prolungare la rampa fino all’uscita di viale Italia :  questa terza corsia permetterebbe agli automobilisti di continuare fino a viale Italia, senza intralciare il traffico.  I rari veicoli che debbono proseguire verso Cagliari, avrebbero la possibilità di immettersi sulla Carlo Felice, lungo uno spazio maggiore e a velocità più adeguate.
Una terza corsia sarebbe necessaria, per gli stessi motivi, dalla parte opposta : da viale Italia almeno fino  all’innesto con la Camionale.

In ogni caso, quest’opera nata male, resterà sempre un pasticcio : che si potrà alleviare con la costruzione delle  terze corsie, come detto sopra, ma non si potrà mai eliminare l’imbuto creato al traffico sulla Circonvallazione di Sassari.
Si dovrà tornare, prima o poi, alla soluzione classica dello svincolo a  T ( come quello di viale Italia ).
Cosa che doveva essere fatta fin dall’inizio.

martedì 9 agosto 2011

Siamo 7 miliardi.


Succederà prima di Ferragosto.
Mentre saremo al mare, il bambino o la bambina
N° 7.000.000.000 vedrà la luce.
Sette è un numero fortunato : auguri !

Se vi sembrano pochi, provate a contarli ....

lunedì 11 luglio 2011

Terremoto in Sardegna.

Il 07/07 alle 21.21, mentre ero comodamente sdraiato sulla terrazza a prendere il fresco, ho sentito oscillare la brandina in modo deciso, mentre i vetri della libreria vibravano rumorosamente.
Il tutto per tre o quattro secondi.
Ho riconosciuto subito il terremoto, anche se mi sono stupito : non l’avevo mai sentito in Sardegna !
Ancora incredulo, la mattina successiva, ho guardato il sito dell’ INGV : una forte scossa era stata registrata nel mare, a Ovest della Corsica, 150 km più a Nord di Sassari.
Il sito diceva anche la magnitudo : 4,7 della scala Richter ( quasi, il sesto grado Mercalli ). Un terremoto forte, nell’epicentro; debole, ma riconoscibile in Sardegna.
Negli ultimi anni ho sentito parlare di altre scosse nell’Isola, ma con epicentro sempre nei mari circostanti.
Visto che la zolla africana ci comprime verso l’Italia continentale, prima o poi ci sarà da aspettarsi, anche in Sardegna, un aumento del rischio sismico.
Fra cento o mille anni, forse; o più probabilmente ancora dopo.

Allora, finalmente, la continuità territoriale non sarà più un sogno !

giovedì 30 giugno 2011

Psilla degli eucalipti.



Da un anno, circa, è arrivato in Sardegna un parassita che rischia di distruggere gli alberi di eucalipto. Viene dalla lontana Australia, come la pianta : prima si è diffuso in America poi, due anni fa in Spagna ed ora in Sardegna.
Anche la Psilla, come si chiama il parassita ( v. foto ), ormai viaggia in aereo !

Due mesi fa è arrivato anche a Sassari, e sta già iniziando a far danni.
E’ un animaletto che, allo stato larvale, succhia la linfa dalle foglie . Poiché l’attacco è massiccio ( in tre mesi ha invaso il 70% delle foglie degli alberi ), queste ingialliscono e cadono ; quando un albero perde le foglie si indebolisce e arriva persino a seccarsi.
Soprattutto, non fiorisce più !

I danni,
considerata l’importanza economica degli eucalipti, riguarderanno oltre all’apicoltura, anche l’agricoltura, l’erboristeria, il turismo e l’ambiente.
E, oltre la Sardegna, tutta l’Italia centro-meridionale.

Esiste, è vero, un altro animaletto “buono” ( Bliteus Psyllaephagus che, come dice il nome, mangia la Psilla e potrebbe contrastarla efficacemente ), ma prima che si diffonda (se non verrà aiutato e diffuso dall’uomo ) passeranno decenni.

Speriamo che il prossimo non sia l’ultimo raccolto, per il miele di eucalipto.

P.S.
Introdurre un insetto antagonista (1) significa ripristinare quell’equilibrio naturale rotto dalla Psilla, senza ricorrere alla chimica che, molto spesso, è solo un palliativo.
Infatti, anche in agricoltura, come nella Medicina per l’uomo, la chimica cura il sintomo e non la malattia, per cui si devono “curare” le piante per sempre.

(1) La prudenza, in questi casi, non è mai troppa : questo perché non si conoscono gli effetti dell’insetto sul nuovo ambiente.

martedì 28 giugno 2011

Tutto il miele è finito.



Il 21 giugno, in leggero anticipo quest’anno, è fiorito il primo albero di eucalipto della mia campagna, l’albero sentinella. Lo chiamo così, perché mi segnala l’inizio della fioritura nella zona dove avrei dovuto spostare gli alveari per raccogliere il miele di eucalipto.
Avrei dovuto, perché ora non lo faccio più, dopo trent’anni di attività apistica.
I miei (pochi) alveari restano davanti a casa, e mi accontento del miele … prodotto localmente.

Circa 20 anni fa, avevo piantato molte varietà di eucalipto, che fioriscono in stagioni diverse, in modo da assicurare fiori e nettare per le api, quando le altre fioriture sono scarse.
Ebbene, quest’anno è appena iniziata la fioritura degli eucalipti più diffusi, che durerà per quasi un mese. Essa permetterà agli apicoltori nomadisti di fare un generoso raccolto di miele prelibato.
A primavera prevale, con la sciamatura, lo sviluppo di nuove famiglie di api, mentre il raccolto di miele è, in genere, scarso. La fioritura dell’eucalipto giunge in un momento in cui, in Sardegna, le campagne sono tutte secche, per la siccità. Ma gli alveari sono stracolmi di api, tutte pronte per il raccolto : se l’apicoltore li trasporta tempestivamente in una zona dove abbondano gli eucalipti, potrà raccogliere un miele monoflora, molto apprezzato dai consumatori.
Spesso, le quantità prodotte sono anche notevoli, e ricompensano il lavoro svolto dall’apicoltore.
Il miele è uno dei prodotti alimentari a impatto ambientale quasi zero : questo perché, per produrre miele non si altera, né si inquina l’ambiente.
Anzi, se non ci fossero le api, il nettare dei fiori andrebbe totalmente perduto.
Ecco perché l’apicoltura andrebbe favorita, in quanto recupera una risorsa agricola altrimenti sprecata, favorisce l’impollinazione e la qualità dei frutti, produce ricchezza e occupazione, con un impatto ambientale prossimo a zero.
Ma una minaccia incombe….

lunedì 27 giugno 2011

Eucalipti in Sardegna.




L’Eucalipto è un albero sempreverde, che appartiene alla famiglia delle Mirtacee ( che comprende anche il Mirto, il Callistemon, la Melaleuca, per citare le specie più conosciute).
Originario dell’Australia, è stato introdotto recentemente in Europa. In Sardegna è stato utilizzato soprattutto come frangivento nelle aree di bonifica : è molto comune, per esempio, nelle zone di S. Maria La Palma, a Sassari, e ad Arborea, ad Oristano, dove è stato piantato ai primi del Novecento.
Oltre alla capacità di alleviare i danni alle colture provocati dal maestrale, con le sue radici succhia acqua in profondità, contribuendo a risanare, da zanzare e malaria, le zone paludose dove è stato piantato.
Pur essendo una specie nuova, si è adattato molto bene al clima dell’Isola, diventando una presenza familiare, anche se talvolta discussa.

E’ un albero a rapida crescita ( 2÷3 metri all’anno ), quindi produce notevoli quantità di legname, molto adatto alla produzione di carta e cellulosa in genere.
E’ ceduo : significa che una volta tagliato ricaccia rapidamente nuove piantine dal ceppo, aumentando la sua già notevole resistenza al fuoco.
E’ sempreverde, adatto al clima caldo e arido della Sardegna, dove resiste anche alla siccità più estrema.
Si adatta anche ai terreni a rischio desertificazione, arrestando il declino dei suoli.
Produce fiori molto profumati, intorno al mese di luglio ( alcune varietà a settembre÷ottobre ), contribuendo alla produzione di una notevole quantità di miele uniflorale, molto pregiato.
Dalle foglie si estrae l’eucaliptolo, un olio essenziale benefico per le affezioni dell’apparato respiratorio.

Secondo me, i vantaggi sono molto superiori alle sue qualità negative, per cui andrebbe diffuso con più convinzione.
Non è adatto ad essere piantato in boschi, ma può servire a formare filari compatti, lungo i confini dei campi e ai bordi dei pascoli.
Gli alberi isolati sono maestosi.

martedì 26 aprile 2011

Api per sempre.


Da alcuni anni si parla spesso delle api che “scompaiono” misteriosamente e, apparentemente, senza motivo.
Non so quale sia la vera causa delle gravi perdite di alveari che affliggono il mondo apistico, ma un rimedio c’è : un po’ per caso ( informazione continua), un po’ per fortuna ( scelta dei prodotti giusti ), non ho mai avuto “sparizioni”, come è successo a molti altri apicoltori.

Secondo me, le api scompaiono a causa della varroa.
L'acaro non può essere sconfitto ( fino ad oggi, non esistono trattamenti risolutivi ), per cui è necessario tenerlo sotto controllo.

Fondamentale è diventato il trattamento estivo (alla fine del raccolto di miele), con il Timolo in gel.
Non si tratta, secondo me, di un semplice antivarroa, ma di qualcosa di più complesso e più efficace : muore gran parte della varroa, ma oltre a ciò, serve anche a ripulire l'alveare da funghi, batteri e quant’altro sia dannoso per le api.
Si deve fare, al più tardi, ai primi di agosto : la temperatura è quella giusta per un’evaporazione completa del Timolo e una sua diffusione in tutto l’alveare.
Ai primi di settembre le api iniziano una nuova espansione della covata, con le diffuse fioriture autunnali ( in Sardegna : inula viscosa, tra le altre, ma se piove presto, ci saranno una marea di fiori, tra cui la ruchetta e il rosmarino ).

Il Timolo è permesso anche in apicoltura biologica, per cui con una stagione propizia, si possono fare raccolti autunnali di profumatissimo miele : di inula, di ruchetta e rosmarino, amaro di corbezzolo.

Inoltre, le api sono messe nella condizione ottimale per l’invernamento.
Se gli alveari sono stracolmi di api, sarà assicurata una nuova annata di abbondanza.

A dicembre un secondo trattamento con acido ossalico, garantirà la sopravvivenza dei nostri cari insetti.
E garantirà anche il consumatore, perché l’acido ossalico, a dispetto del nome, è un acido organico, una sostanza assolutamente naturale e diffusa anche in molte verdure che mangiamo quotidianamente. E’ presente naturalmente anche nel miele, in piccole quantità, che non cambiano significativamente con i trattamenti antivarroa. Inoltre, nel miele prodotto nella stagione successiva, i residui sono praticamente assenti.
Una produzione, quindi, in linea con i parametri del Biologico.
Da preferire l’acido ossalico acquistato in farmacia, rispetto a quello industriale : il risparmio non vale la candela ( se fatta con … pura cera d’api !).
In attesa, speriamo presto, delle api resistenti naturalmente alla varroa ….

mercoledì 30 marzo 2011

API 2 : il ritorno.

Negli ultimi giorni di novembre dello scorso anno, una piccola estate di S. Martino mi ha permesso di visitare i miei alveari.
Ho ritirato l’ultimo miele autunnale ed ho predisposto gli alveari per la breve stagione invernale della nostra Isola : la Sardegna.
Infatti, già verso la fine di gennaio, le api hanno iniziato il nuovo sviluppo, insieme al mandorlo in fiore. Quest’anno, c’era anche una copiosa fioritura di rosmarino, che solitamente dura tutto l’inverno, e una eccezionale ( perché con due mesi di ritardo ) fioritura dell’alaterno.
Il clima tiepido e molte belle giornate di febbraio hanno fatto il resto : infatti, pur non essendo ancora finito il mese di marzo, ho già quadruplicato la famigliole di api. Alcune stanno addirittura riempiendo il melario e, se “il buongiorno si vede dal mattino”, sarà un’altra ottima annata.
La stagione scorsa, infatti, è stata assai propizia, direi anche eccezionale. Ogni alveare ha prodotto una quantità di ottimo miele almeno doppia rispetto alla media.
Nessuna morìa, o scomparsa di api, ma alveari stracolmi di laboriosi insetti.
E’ la piena conferma ( ormai sono 5 anni ) della bontà del mio metodo di allevamento.
E’ vero che ho sperimentato soltanto con i miei alveari, e che le mie api vivono in una zona incontaminata ( come è, d'altronde, quasi tutta la Sardegna ), ma sono convinto che sia la strada giusta. (continua)