Come avevo accennato tempo fa, per costruire un Nuraghe era necessario il contributo
di molti uomini, forti e robusti.
Chi ha studiato la diffusione
territoriale dei Nuraghi afferma che queste torri millenarie sono
distribuite “a macchia di leopardo”. Nel senso che ci
sono gruppi più o meno numerosi di nuraghi (30÷50), separati
fra loro da uno spazio disabitato.
Se, come probabile, ogni nuraghe
monotorre era abitato da un nucleo familiare con al massimo una
decina di persone, si veniva a formare un
“villaggio diffuso” che comprendeva tutto il territorio intorno
ai nuraghi suddetti.
In questo territorio gravitava una
popolazione di 300÷500 persone, o appena più numerosa se ci fossero
stati parecchi nuraghi complessi con villaggi.
C’erano anche alcune Tombe di Giganti
e una o due zone di culto e/o mercato.
Era un sistema indipendente, che
necessitava di scambi minimi con l’esterno (forse, metalli), ma
sicuramente attivo e vivace negli scambi interni.
I villaggi erano quasi del tutto
inesistenti (sono stati costruiti dopo), e/o abitati da
pochissime persone.
L’insieme dei Nuraghi di una certa
zona e dei suoi abitanti, costituiva il cosiddetto “villaggio
diffuso”.
Si
conoscevano tutti ; molti di loro erano amici o parenti ;
tutti si aiutavano a vicenda, in caso di necessità.
Esisteva solidarietà e buon vicinato.
Leggi non scritte, ma rispettate da tutti.
Sicuramente c’erano frequenti
occasioni, spesso legate al riposo o alle stagioni, durante le quali
festeggiavano tutti insieme.
Il villaggio diffuso è rimasto, in modo molto simile e fino a tempi recenti, in molte zone della Gallura.
Il villaggio diffuso è rimasto, in modo molto simile e fino a tempi recenti, in molte zone della Gallura.
Nessun commento:
Posta un commento