Situato
nei pressi di Villanova Monteleone, si chiama così probabilmente
perché nella zona cresceva il sedano selvatico (Apiu,
apium
graveolens),
molto diffuso in tutta la Sardegna.
Il
nuraghe Appiu è un
nuraghe quadrilobato, circondato da un esteso villaggio, costruito
successivamente nell'età del Ferro.
Questo
Nuraghe è speciale, perché finora è l'unico in cui è stato
ritrovato integro il cortile coperto.
Situato
quasi nel punto più alto della sella, è dotato di una sorgente
nelle vicinanze.
Dall'ingresso
della stradina per il nuraghe, sulla provinciale Villanova-Montresta,
si vede un panorama
mozzafiato.
E'
stato costruito con blocchi di trachite medio-grandi. Le torri
laterali sono molto piccole.
Scavato
solo parzialmente, necessita di ulteriori lavori.
La
camera principale è ancora sepolta da oltre
un metro di terra. Ci
sono 3 nicchie, di cui una adatta per salire sul soppalco (non c'è
l'architrave, ma termina con un raccordo ogivale).
Sembra,
inoltre, che il Nuraghe abbia un altro ingresso sul lato rettilineo
del bastione, a E/N-E.
La
scala è di camera (rarissima
nel Nord Sardegna) e fa presupporre la presenza di un soppalco (o,
forse, addirittura due) :
il primo, all'altezza della "nicchia" sopra l'architrave
d'ingresso, dove si dormiva e da dove si poteva scorgere la luce del
giorno con i finestrini
allineati.
Il
secondo soppalco, più in alto e molto piccolo, spiegherebbe la
presenza del secondo finestrone di camera ; un utilizzo ulteriore
dello scarso spazio interno.
Ma
la caratteristica che rende straordinariamente unico il Nuraghe Appiu
(ogni
Nuraghe è unico !)
è il cortile coperto.
Infatti,
lo spazio tra la torre principale e il rifascio risulta chiuso, ad
eccezione di una piccola apertura, molto in alto, che doveva servire
per la luce e per l'eventuale uscita del fumo. Perché nel cortile
poteva essere acceso il fuoco, che serviva per cuocere gli alimenti,
per illuminare le lunghe serate invernali, e anche per riscaldare
l'ambiente. Inoltre, il fuoco era protetto e non
c'era il rischio che potesse sfuggire al controllo degli abitanti.
Dal
cortile si poteva accedere al "bastione" da un'apertura
sopraelevata, forse tramite una scala di legno (o un soppalco).
Il
finestrone del primo piano è stato costruito decentrato
per agevolare, evidentemente, la realizzazione del cortile stesso e
lo scarico del fumo.
Un cortile "coperto"
avrebbe permesso una fruizione meno disagiata durante le intemperie e
il freddo Maestrale.
Durante
i mesi invernali, nel cortile, riparato dal vento e dalla pioggia, si
poteva accendere il fuoco e vivere al caldo, come in una casa.
Molti
altri Nuraghi complessi dovevano avere il cortile coperto.
O,
forse, tutti.
Qualche
volta la muratura del cortile dei nuraghi aggetta
fortemente : è un
indizio della chiusura superiore in pietra ?
Il
cortile del nuraghe Palmavera
era quasi sicuramente
coperto : la
muratura, infatti, aggetta fortemente nella parte superiore. (foto sopra)
Inoltre,
il cortile stesso è stato trovato ingombro di pietre. Da un lato si
sono rinvenuti 30 centimetri di cenere : è la probabile conferma che
nel cortile si accendeva il fuoco ?
Nuraghi
che ho visitato, con il cortile presumibilmente coperto :
a)
N. Appiu : sicuramente coperto.
b)
Palmavera (Alghero), Alvu (Pozzomaggiore), S. Barbara (Macomer), Is
Paras (Isili), Nuraddeo (Suni) : molto probabilmente coperti.
c)
N. Mereu, Orgosolo. N.
S. Antine, Torralba. N. Oes, Giave. N. Ruiu (Torralba), (da
verificare). S. Barbara, Villanova Truschedu.
Lugherras, Oristano, per dire solo quelli che ricordo : probabilmente
tutti coperti.
d)
Nuraghi Losa e Piscu : coperte zone secondarie.
Il
nuraghe S. Barbara (Macomer),
il nuraghe Alvu (Pozzomaggiore)
e il nuraghe
Nuraddeo (Suni) :
hanno il finestrone decentrato, come il N. Appiu. Per permettere la
copertura, anche più in alto, e per l'eventuale fuoriuscita del fumo
(se nel cortile accendevano il fuoco).
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