La Sardegna è una regione situata
nella fascia climatica temperata.
Il clima, nel 2000 a. C., era molto simile a quello odierno per cui,
dalla fine dell’ultima glaciazione, l'isola si era ricoperta di
foreste, con alberi di alto fusto.
Lo prevedono la geografia e la
paleo-climatologia.
Lo provano gli studi di
archeobotanica, che hanno analizzato i pollini degli strati
scavati. Grazie alle dimensioni microscopiche, i grani di polline
resistono straordinariamente alle forze distruttive del tempo. In
certi casi possono superare le decine di millenni.
Nel 2000 a. C. il bosco occupava,
almeno, il 90% del territorio.
Lo conferma l’esperienza : in
una regione spopolata o scarsamente abitata (come la Sardegna
dell’epoca), la vegetazione ricopriva ogni palmo di terra e, nei
secoli, si affermarono in prevalenza alberi di alto fusto tipici della zona climatica mediterranea.
La foresta con alberi secolari
poteva essere distrutta soltanto con il fuoco, per
ricavare pascoli e seminativi. Si fa così ancora oggi, nonostante i
mezzi che la tecnologia ci ha messo a disposizione.
Il disboscamento dei secoli
scorsi, unito agli incendi appiccati per creare pascoli, hanno
prodotto il degrado della vegetazione arborea che osserviamo oggi.
La pastorizia, che necessita di
aree spoglie da specie arboree e arbustive, ha contribuito a
mantenere l’Isola così come la vediamo oggi. I pastori continuano
ad usare il fuoco per pulire i pascoli e gli animali, pascolando, impediscono la crescita delle giovani piantine.
Ciò è tuttavia congeniale al tipo di
agricoltura estensiva e al pascolo brado tipico della pastorizia.
Anche oggi, se in Sardegna non ci fossero incendi, né pastorizia, gli
alberi di alto fusto tornerebbero a coprire tutto il territorio
dell’Isola, forse, in meno di cento anni.
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