La Sardegna ha una peculiarità unica in Italia : il 70÷80 per cento del suo territorio non è stato mai coltivato. Ciò per due motivi :
1. La scarsa densità della popolazione : un terzo rispetto al resto d’Italia.
2. La pastorizia.
Se da un lato la pastorizia non ha permesso lo sviluppo di una estesa copertura boschiva, dall’altro ha preservato il suolo sardo da interventi agricoli che avrebbero modificato l’assetto in profondità.
Ebbene, almeno l’ottanta per cento del territorio sardo conserva intatte nel sottosuolo tutte le tracce della preistoria : credo che ciò sia una caratteristica unica al mondo e che vada adeguatamente valorizzata.
La Sardegna è un museo diffuso nel territorio.
Nella Sardegna preistorica, gli alberi di alto fusto erano i protagonisti incontrastati di un mondo poco abitato.
Le foreste ricoprivano tutta la
superficie dell’Isola, senza soluzione di continuità. Le scarse
radure, frutto di qualche incendio appiccato dall’uomo, si
trovavano intorno agli abitati o in qualche fondovalle coltivato.
Il resto era bosco secolare, che dominava incontrastato e pervadeva tutto il
territorio.
E al di sopra delle chiome degli alberi
spuntavano qua e là, ben visibili, le maestose sommità dei
Nuraghi.
Ma il bosco era una risorsa
fondamentale, non solo per la legna da ardere : tutto era fatto di
legno e pietra, fin quasi ai nostri giorni.
Il bosco è stato ed è vita, per
l’uomo e per gli animali : legname, attrezzi, mobili e case, scale
e soppalchi, letti e tavoli e sedili.
Tutto è di legno.
Alcune cortecce sono costituite da
fibre lunghe, per intrecciare corde ; altre (sughero) per costruire
arnie, recipienti, utensili, letti.
Le frasche verdi sono cibo per gli
animali, nel periodo estivo.
La cenere si usa come concime e per
fare il bucato (liscivia).
E poi, funghi, ghiande, olive, frutti
selvatici di ogni tipo, ecc.
Miele dalle api selvatiche ( nei
tronchi cavi ), o allevate nei bugni di sughero.
L’uomo ha sempre lottato per non
morire di fame.
Chi non produceva ciò che gli serviva,
soffriva la fame e spesso moriva d’inedia.
Oggi sembra tutto facile, ma soltanto
fino a 50 anni fa non era così.
La Storia ci racconta di principi e
condottieri, ma non della
vita di ogni giorno.
Che era ciò che contava, per la
maggior parte delle persone.
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