Gli alimenti in vendita negli scaffali dei supermercati hanno, in genere, una data di scadenza. Questa dovrebbe indicare il periodo entro il quale un dato alimento può essere consumato, senza danno per la salute.
E’ ovvio che qualsiasi prodotto alimentare inizia a deteriorarsi a partire dal momento in cui viene raccolto, prodotto e confezionato.
Piano piano si perde l’aroma, i grassi si ossidano, il colore si modifica, i batteri e le muffe si moltiplicano.
L’ideale sarebbe consumare un prodotto appena fatto, per usufruire delle sue caratteristiche migliori, ma la distribuzione ha i suoi tempi.
Che però potrebbero essere ottimizzati, se il legislatore tutelasse meglio il consumatore.
Se, per esempio, fosse conosciuta la data di produzione, il consumatore potrebbe privilegiare gli alimenti più freschi.
In tal modo, la distribuzione si dovrebbe adeguare, e organizzarsi per ridurre i tempi di permanenza dei prodotti sugli scaffali.
Per migliorare la qualità della nostra alimentazione basterebbe poco : la data di produzione.
Ma poi, chi comprerebbe più gli alimenti “scadenti”?
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