La
muratura dei Nuraghi è stata realizzata con grosse pietre disposte a
secco e con i vuoti riempiti di terra.
Naturalmente,
la scelta e la selezione delle pietre più adatte veniva fatta
durante la raccolta, con lo scopo di limitare il più possibile gli
interventi di lavorazione troppo onerosi.
1.
La lavorazione delle pietre serve per eliminare tutte le asperità
che non permettono un loro corretto posizionamento nel muro.
Nei
Nuraghi, dopo le prime due÷tre file, le pietre sono generalmente
sbozzate su cinque facce, in maniera più o meno grossolana.
Tale
lavorazione era necessaria per ottenere i corsi orizzontali regolari
e di spessore costante, che sono la caratteristica della maggioranza
dei Nuraghi.
a) Le due facce superiore e inferiore si spianavano per ottenere
un corretto piano di appoggio.
b) I due fianchi laterali dovevano essere all'incirca verticali, per
combaciare con i conci adiacenti.
2.
Il Maestro muratore usava :
a)
la mazza, fatta con la stessa roccia usata per il muro o più dura,
che serviva per sbozzare grossolanamente il masso ;
b)
la mazzetta, in pietra dura, per rifinire le facce quando era
necessario.
Il
lavoro era sempre duro e faticoso.
I
conci lavorati con la mazzetta e lo scalpello (di ferro!), sono
sempre recenti.
3.
Ponteggio esterno : poteva servire per agevolare il
posizionamento delle pietre, per ritoccare la faccia esterna dei
conci e per rifinire la scarpa.
(E
anche per evitare incidenti)
4.
Fondazione :
a)
generalmente su roccia, che doveva essere ripulita e grossolanamente
spianata (anche verso l'interno), per evitare lo scivolamento delle
pietre ;
b)
su terra, che doveva essere scavata fino a trovare uno strato
compatto che potesse sopportare il notevole peso del Nuraghe.
A
volte, poteva essere necessario costruire una platea di fondazione
più larga, su cui edificare la muratura dell'edificio.
Un'errata
realizzazione della fondazione poteva compromettere, in modo
irreversibile e per sempre, la stabilità dell'opera.
(Come
disse Bonanno detto il Pisano, quando stava costruendo la Torre di
Pisa : "Risparmiamo sulle fondazioni, tanto non se ne accorgerà
mai nessuno ...")
5.
Forma a tronco di cono, che terminava, superiormente, con una
terrazza accessibile.
Colpisce
la bellezza della forma conica, con la scarpa (inclinazione del
muro esterno) sempre perfetta in tutti i Nuraghi !
In
genere, è stata realizzata arretrando le pietre di qualche
centimetro.
Denota
l'uso di attrezzi, filo e/o pali inclinati. Svela anche conoscenze
geometriche e grande senso pratico.
6.
Muratura con sassi medio-grandi, a formare corsi orizzontali
abbastanza regolari. Con l'altezza, le pietre diminuiscono di
grandezza. Sono più piccole anche quelle dei Nuraghi costruiti
sulla sommità di un colle.
7.
Vuoti fra le pietre riempiti di malta di terra.
L'impasto
di terra non vegetale, in cui si possono affogare anche pietre più
piccole e residui di lavorazione (sabbia grossolana), viene usato per
riempire gli spazi vuoti tra le pietre della muratura. Nel momento in
cui si asciuga (evapora l'acqua) assume una consistenza dura, quasi
pietrosa : come si può osservare, per esempio, nei Nuraghi dove sono
appena franate le pietre (nuraghe Orolio), oppure all'esterno del nuraghe
Losa.
La
malta può avere, oltre a quella costruttiva, una funzione volta a
impedire il passaggio di aria e freddo (isolamento termico) ; il
passaggio di animali (topi, lucertole, formiche, ecc.) ; inoltre,
impedisce all'acqua della pioggia di penetrare nel Nuraghe.
8.
La larghezza del muro, per
questioni statiche, dovrebbe essere pari a (circa) un quarto
dell'altezza.
(5
metri x 20 metri di altezza)
Per
ottenere questo è necessario che tutto lo spessore del muro
abbia una resistenza sufficientemente elevata : questo fatto esclude
il cosiddetto "doppio guscio", con riempimento di sassi
piccoli e terra.
Se
si osserva bene, non esiste alcun Nuraghe fatto con questi criteri.
Il
peso, infatti, graverebbe quasi esclusivamente sul muro esterno e su
quello interno, provocando carico di punta, rotture, spanciamenti e
crolli.
La
muratura deve essere uniforme e interconnessa per tutto lo spessore
del muro.
Ed
è così che è stata realizzata, sempre.
9.
Ogni pietra, sia del paramento esterno che del riempimento,
deve essere disposta in modo tale da presentare fin da subito
la massima stabilità (ottenuta facendo in modo che le pietre abbiano
il maggior numero di punti di contatto possibile). Ciò significa
che, durante tutte le fasi di costruzione del muro, è necessario
avere cura di posizionare le pietre in modo ordinato e regolare, così
da evitare il generarsi di forze interne che possano amplificare
l’azione di spinta verso lo spanciamento.
Per concludere è opportuno sottolineare la necessità che le pietre del paramento esterno siano di dimensioni adeguate. L'uso di elementi di piccola pezzatura, in questa parte del muro, può compromettere la stabilità dell'intera opera.
10. Giunti.
Nella realizzazione del muro ogni Maestro muratore opera in modo tale da sfalsare, quanto più possibile, i giunti verticali che si formano tra un elemento e l'altro nei diversi strati di pietra. Questo particolare accorgimento ha lo scopo di consentire una migliore distribuzione dei carichi nel muro, che risulta così più solido e privo di quei punti di debolezza costituiti da allineamenti di giunti verticali che possono essere dannosi anche in conseguenza degli assestamenti a cui la struttura è naturalmente soggetta.
Per concludere è opportuno sottolineare la necessità che le pietre del paramento esterno siano di dimensioni adeguate. L'uso di elementi di piccola pezzatura, in questa parte del muro, può compromettere la stabilità dell'intera opera.
10. Giunti.
Nella realizzazione del muro ogni Maestro muratore opera in modo tale da sfalsare, quanto più possibile, i giunti verticali che si formano tra un elemento e l'altro nei diversi strati di pietra. Questo particolare accorgimento ha lo scopo di consentire una migliore distribuzione dei carichi nel muro, che risulta così più solido e privo di quei punti di debolezza costituiti da allineamenti di giunti verticali che possono essere dannosi anche in conseguenza degli assestamenti a cui la struttura è naturalmente soggetta.
(a Monte d'Accoddi, per esempio, non è stato fatto ...)
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