martedì 28 giugno 2011

Tutto il miele è finito.



Il 21 giugno, in leggero anticipo quest’anno, è fiorito il primo albero di eucalipto della mia campagna, l’albero sentinella. Lo chiamo così, perché mi segnala l’inizio della fioritura nella zona dove avrei dovuto spostare gli alveari per raccogliere il miele di eucalipto.
Avrei dovuto, perché ora non lo faccio più, dopo trent’anni di attività apistica.
I miei (pochi) alveari restano davanti a casa, e mi accontento del miele … prodotto localmente.

Circa 20 anni fa, avevo piantato molte varietà di eucalipto, che fioriscono in stagioni diverse, in modo da assicurare fiori e nettare per le api, quando le altre fioriture sono scarse.
Ebbene, quest’anno è appena iniziata la fioritura degli eucalipti più diffusi, che durerà per quasi un mese. Essa permetterà agli apicoltori nomadisti di fare un generoso raccolto di miele prelibato.
A primavera prevale, con la sciamatura, lo sviluppo di nuove famiglie di api, mentre il raccolto di miele è, in genere, scarso. La fioritura dell’eucalipto giunge in un momento in cui, in Sardegna, le campagne sono tutte secche, per la siccità. Ma gli alveari sono stracolmi di api, tutte pronte per il raccolto : se l’apicoltore li trasporta tempestivamente in una zona dove abbondano gli eucalipti, potrà raccogliere un miele monoflora, molto apprezzato dai consumatori.
Spesso, le quantità prodotte sono anche notevoli, e ricompensano il lavoro svolto dall’apicoltore.
Il miele è uno dei prodotti alimentari a impatto ambientale quasi zero : questo perché, per produrre miele non si altera, né si inquina l’ambiente.
Anzi, se non ci fossero le api, il nettare dei fiori andrebbe totalmente perduto.
Ecco perché l’apicoltura andrebbe favorita, in quanto recupera una risorsa agricola altrimenti sprecata, favorisce l’impollinazione e la qualità dei frutti, produce ricchezza e occupazione, con un impatto ambientale prossimo a zero.
Ma una minaccia incombe….

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Francesco
sono appena tornata dalla vacanza in Sardegna in cui ho potuto fare un bel giro dal centro verso il nord ed ho costatato che ovunque gli alberi di eucalipto sono pressochè invasi di questo parassita. Avrei voluto raccogliere qualche foglia per le tisane invernali, sapendo di trovare alberi sicuramente più sani di quelli che abbiamo qui nei dintorni di Roma, ma haimè, certamente ambienti poco inquinati ma gli alberi sono devastati dalla malattia proprio come nel resto d'Italia.
Ti scrivo per condividere la triste consapevolezza che dal 2011, quando hai pubblicato i tuoi articoli sull'argomento, la questione non è affatto migliorata. Non posso immaginare quali effetti possa aver avuto.
Quando ero in ogliastra ho pensato che potesse dipendere dell'assenza da più di tre anni di pioggia che indebolisce le colture, ma poi ho capito che la questione è bene più grave e diffusa, non solo in Sardegna. Spero vivamente che si possa ancora far qualcosa per non giungere ad un punto di non ritorno. Laura.