Lo scafo.
Lo scafo possiede una forma ovale e allungata, evoluzione della forma rotonda, perché sicuramente più funzionale ( sia come lucerna, sia come barca ).
Ci sono i “peducci”, per poterlo appoggiare su un piano, e il beccuccio per lo stoppino.
I bronzetti, secondo me, non hanno alcuna caratteristica di “nave”. Unica eccezione è la forma dello “scafo”, che ricorda una barchetta, ma che è, nello stesso tempo, funzionale come contenitore di olio per la lucerna.
I bronzetti hanno, dello scafo, solo caratteristiche negative : fondo piatto, mancanza assoluta di collegamenti trasversali di rinforzo delle pareti. Questo significa che potrebbero essere soltanto barchette piccole o piccolissime, adatte solo per la navigazione in acque interne, tipo stagni, ecc. Altrimenti non resisterebbero alla forza delle onde.
Solo la spinta dell’acqua sulle pareti dello scafo vale :
- 5 quintali al metro, per un metro di altezza.
- 20 quintali al metro, per due metri di altezza.
- 80 quintali al metro, per quattro metri di altezza.
E senza considerare le sollecitazioni dinamiche, che possono aumentare anche del 50% la spinta sul fasciame.
Appare chiara, quindi, la funzione del ponte di una nave. E senza ponte, la fiancata si sfascia.
Equilibrio.
La fusione dei vari pezzi e il loro assemblaggio, non comportavano automaticamente un assetto orizzontale stabile : tale risultato veniva raggiunto saldando, qua e là, un volatile ( le colombelle ) o altri animali, che permettevano di equilibrare il tutto e che avevano anche una funzione simbolica e artistica.
La lucerna si trova in equilibrio ( oltre che appoggiata su un piano ), soltanto quando è appesa : l’anello è, perciò, posizionato verso la protome, più pesante .
Se, invece, fosse un modello di nave, andrebbe a picco come se fosse di ... bronzo !
Tutto il peso, infatti, della protome e dell’albero, sarebbe squilibrato da una parte.
Continua.
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giovedì 8 ottobre 2009
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