domenica 13 dicembre 2015

Psoriasi.


La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle (ad andamento cronico-recidivante, ma non è infettiva, né contagiosa), che si manifesta con chiazze arrossate a limiti netti, rivestite da squame biancastre facilmente sfaldabili. Interessa principalmente gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e regione lombo-sacrale.
La gravità della malattia dipende dall'estensione delle lesioni e, soprattutto per il loro impatto psicologico, dalla loro localizzazione.
A volte può dare bruciore, dolore articolare, prurito e perfino sanguinamenti.

Pur essendo inizialmente una malattia cutanea, può essere accompagnata, nelle forme più gravi, da patologie come celiachia, morbo di Crohn, artrite psoriasica, depressione, ipertensione, disturbi renali, malattie metaboliche e cardio-vascolari (aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi, aumento del rischio di diabete e infarto), ecc.
Tutte malattie del tipo Th1.

La malattia, quando le lesioni sono diffuse in parti "sensibili", può pregiudicare i rapporti interpersonali. E non solo.
Può condizionare la vita lavorativa, le normali attività quotidiane, i rapporti affettivi. La persona malata è limitata in alcune attività sportive, al mare, e perfino nel vestirsi liberamente.
La malattia può influire pesantemente sulla qualità della vita.

Le cure mediche sono poco efficaci e mai risolutive (durano per tutta la vita), per cui i pazienti sono poco invogliati a seguirle. Forse perché la psoriasi, nonostante il disagio che può procurare, non viene ritenuta una malattia pericolosa. E tenersela rappresenta il male minore.

Può essere favorita da malattie, farmaci e cattiva alimentazione, che inducono uno squilibrio nelle difese immunitarie.
Migliora notevolmente (o guarisce del tutto) con l'alimentazioneTh2.
Ma ci vuole tempo e pazienza.
Con la dieta migliorano (e qualche volta spariscono) anche le malattie ad essa associate, e si evitano gli effetti collaterali dei farmaci.