domenica 27 settembre 2009

Alluvioni in Sardegna.

Arriva settembre e comincia a piovere.
Ma, invece di ringraziare “sorella acqua”, come faceva S. Francesco ( e come dovrebbero fare tutti, ma soprattutto i sardi ), si parla solo di “calamità naturali”.
Mai di prevenzione e responsabilità.

La pioggia di settembre, soprattutto nella nostra Isola, porta un mare di benefici : si lavano le strade e le campagne, e tutto diventa più pulito e più bello ; la vendemmia, con i grappoli lavati dai pesticidi, diventa più sana e più profumata ; cresce l’erba per i pastori ; finisce la stagione degli incendi ; si iniziano a riempire i laghi-serbatoi, per il prossimo anno, ...

Quando masse d’aria fredda affluiscono nel Mediterraneo ( a settembre-ottobre ), trovano il mare ancora molto caldo : l’elevata differenza termica fa sì che si creino perturbazioni molto intense, a volte violente, che portano molta acqua concentrata in poco tempo.
E’ così dalla notte dei tempi.
Per merito delle alluvioni periodiche sono nate e cresciute le più grandi Civiltà del passato : l’Egitto – si dice – era un “dono del Nilo”, perché le alluvioni portavano limo e concimavano le terre coltivate. In Mesopotamia, che significa letteralmente “in mezzo ai fiumi”, il terreno era più fertile e più facilmente coltivabile : qui è nata l'agricoltura.

Oggi, invece, sempre più spesso diventiamo un popolo di alluvionati.
Ma non è colpa del tempo !


Una volta, nelle pianure “alluvionali”, l’uomo costruiva le sue case sulle palafitte ; ora, nel letto dei fiumi ci facciamo i seminterrati !

Di chi è la responsabilità ?

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