La capanna rotonda con grande bacile
centrale, presente in molti villaggi (S. Imbenia, Barumini,
Sedda ‘e Carros, Ossi, ecc.), viene rappresentata, in molti libri,
con cannelli di acqua che fuoriescono a getto dalla parete e
finiscono nel bacile.
Questo non è possibile :
a)
perché l’acqua non può fuori-uscire così, essendo senza
pressione ( non c’erano ancora i tubi di plastica … )
b) l’acqua, che fuoriusciva dai
doccioni di pietra infissi nel muro, cadeva a pochi centimetri dal
muro stesso, sulle pietre del sedile.
Considerazioni :
1) il complesso (capanna con bacile
e annessi) poteva costituire un … bagno pubblico, al servizio del
villaggio.
Assai prima della venuta dei Romani.
2) Sul bancone circolare le persone si
risciacquavano, sotto il doccione.
3) Nel bacile centrale poteva esserci
molta brace, per riscaldare l’ambiente, oppure, più
probabilmente, acqua calda “saponata”, per lavarsi (a volte
c'è il buco di scarico...).
4) Qualche volta c'è un forno
adiacente : non poteva servire anche per riscaldare
l'ambiente ?
5) Quando nessuno faceva il bagno, la
capanna con bacile poteva fungere da lavatoio pubblico e fontana
del villaggio. I recipienti
(anfore) si poggiavano sul sedile, per essere riempiti sotto il
getto.
Se pensate che in moltissimi paesi
italiani, l'acqua pubblica è arrivata negli anni '60, si comprende
meglio il grado di civiltà raggiunto dai nuragici.
6) Di solito la capanna era servita
da acqua corrente, proveniente da sorgenti vicine. (Con il pozzo
non è possibile alimentare le cannelle con continuità).
Quindi, anche un piccolo acquedotto.
A dimostrazione che i Nuragici erano maestri nell'approvvigionamento idrico.
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