martedì 19 maggio 2009

Ponti d'Italia.


Un ponte è crollato sul Po.

Non un ponticello qualsiasi, ma un ponte sulla storica via Emilia che collega Piacenza con la Lombardia. E’ crollato durante la recente piena del Po, ma non è crollato a causa della piena del Po, come vogliono farci credere. Il fiume fa il suo dovere e porta l’acqua verso il mare, anche quando piove un po’ di più.
E un ponte, non deve resistere anche alle piene più eccezionali ?
E poi, non è crollata la parte del ponte in mezzo al fiume, sotto la spinta impetuosa dell’acqua, ma una sua parte periferica, quasi fuori dall’alveo.

Quel ponte è crollato perché in Italia ci sono strutture ( soprattutto alcune di quelle costruite nell’immediato dopoguerra ), ormai vecchie e logore. Strutture che sono, a volte, obsolete e che andrebbero controllate una per una, e rinforzate o ricostruite, se necessario.
Tutto invecchia nel mondo, e muore : non solo gli esseri viventi, ma anche le cose costruite dall’uomo.
La sicurezza richiede attenzione continua e manutenzione costante.

Il Po, nei millenni, ha letteralmente creato la pianura padana con i detriti erosi e franati dalle Alpi.
Le piogge non c’entrano : un ponte è fatto per resistere alle piene di un fiume e per permettere alla popolazione di attraversarlo con sicurezza.
Senza una manutenzione rigorosa e responsabile, fino a quando possiamo fidarci ?
Un’Italia che non riesce a evitare che Venezia vada sott’acqua, o ad impedire che si costruisca sulle pendici del Vesuvio ( per fare soltanto due esempi conosciuti da tutti ), quali garanzie può dare ai suoi Cittadini ?
Non sarebbe ora, nel XXI secolo, di passare dalla “Protezione Civile” ( che interviene solo dopo le tragedie che sconvolgono il Paese ), alla Prevenzione Civile”, che dovrebbe evitare che le sciagure si ripetano ?
E bisognerebbe anche far presto. Altrimenti di ponti, in Italia, ne resterà uno solo : quello del 1° maggio !

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