giovedì 5 febbraio 2015

Il tumore al seno e le terapie inutili.


Un autorevole studio canadese dimostra che oltre il 25% delle donne operate al seno, in realtà non doveva essere operata.

Lo studio ha preso in esame 90.000 donne, seguendole per quasi 30 anni : ha dimostrato che non c'è alcuna differenza tra la mortalità di chi si sottoponeva alle mammografie di screening, ogni anno, e chi invece se ne fregava e viveva tranquilla.
La mortalità per cancro al seno era la stessa, così come la durata della vita. Lo avevo detto, sette anni fa, lo studio canadese lo conferma.
Ma allora, le tanto strombazzate promesse “dell'industria del cancro”?
Fate la mammografia, vi salverete la vita !”
Era chiarissimo, invece, il contrario (soprattutto per i medici); anche con le menzogne dell'”industria del cancro” e la complicità delle istituzioni.
Purtroppo, colei che riceveva la diagnosi di cancro (magari 10 anni prima delle altre) veniva operata e si sottoponeva alla chemioterapia e alle dolorose sofferenze fisiche e psichiche conseguenti, anche se non ne avrebbe avuto bisogno. (E' passato un anno, ma in Italia tutto continua come prima...)
Questo discorso vale anche per il cancro alla prostata, per la tiroide e, secondo me, per tutti i tipi di cancro.
Il progresso della ricerca sul cancro, negli ultimi cento anni, è stato dello 0% !
Anzi, per come si fa oggi, questo tipo di ricerca è oltremodo pericoloso.
Una ricerca vera, sulla prevenzione, dovrebbe tendere a far diminuire il numero dei malati, non a raddoppiarli!

Che fare, allora ?
1. Si potrebbero chiudere gli ospedali oncologici : tanto, non cambierebbe niente...
2. Si potrebbe smettere con le mammografie di screening. Si risparmierebbero miliardi di euro.
3. Soprattutto, ci sarebbero il 30% in meno di malate di cancro al seno.
(Che, in Italia, nei 30 anni di durata dello studio, sarebbero state 400.000 donne sane e felici, in più).

Il 25% delle mammografie positive è, in realtà, “un falso positivo”.
In Italia sono circa 50.000 i casi di tumore al seno, ogni anno. Significa che 12.500 donne, per lo più giovani, ricevono una diagnosi sbagliata. Queste donne vengono operate inutilmente, solo perché la “medicina” (con la “m” minuscola, per non dire di peggio), non sa distinguere le lesioni cancerose da quelle benigne.
E opera tutte.

Sono queste donne che vanno a gonfiare le statistiche delle persone guarite (che altrimenti non ci sarebbero).
La ricerca sul cancro non ha fatto alcun progresso negli ultimi cento anni !

Per il futuro, occorrerà indirizzare le ricerca verso la vera prevenzione.



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